Medicina, in Italia nelle Steam solo il 34% è donna. Sirm: “Colmare gap”
Roma, 11 feb. (Adnkronos Salute) – Oggi in Italia le donne impegnate nelle Steam (acronimo per Scienza, tecnologia, arte, ingegneria e matematica) sono 400mila, cioè il 34% del totale di chi opera in questi settori, considerati di interesse prevalentemente maschile. Una visione ormai obsoleta, a cui è necessario porre rimedio con un cambio di punto di vista e un maggiore impegno nell’inclusione. E’ uno degli obiettivi della Sirm, la Società italiana di radiologia medica e interventistica, che non ne fa solo teoria, ma una missione concreta, come testimoniato dalla presidente Nicoletta Gandolfo. In occasione della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, che cade oggi 11 febbraio, è stato infatti organizzato con Fondazione Bracco un convegno alla Camera di Commercio di Roma, che ha visto confrontarsi specialisti del settore – in gran parte donne – sull’importante e attuale tema della sostenibilità in radiologia, indagata attraverso la ricerca, l’innovazione e la responsabilità dei suoi specialisti. Al convegno è intervenuto il ministro della Salute Orazio Schillaci.
“L’Italia è uno dei Paesi che storicamente ha spinto meno le donne verso gli studi e le professioni scientifiche, probabilmente a causa di retaggi culturali – spiega Gandolfo – eppure negli ultimi anni stiamo assistendo a un aumento della nostra inclusione sia nelle scienze che tra le posizioni apicali. Significa che ci si è resi conto che per interpretare il mondo è necessario anche il nostro sguardo, in grado di offrire punti di vista differenti e di svecchiare il linguaggio in ogni ambiente. La radiologia, nello specifico, parla sempre più al femminile: le posizioni di medici nucleari, radiologi e fisici sanitari oggi sono spesso ricoperte da donne. Per questo siamo convinti dell’importanza di abbattere lo stereotipo che le vede inadatte a occuparsi di materie scientifiche, e di promuovere il loro inserimento in queste realtà e nelle posizioni dirigenziali”.
Per celebrare l’importanza delle donne e delle ragazze in questo settore “abbiamo organizzato, su iniziativa della nostra Commissione Dei (Diversità, equità e inclusione) una giornata in cui sono state, in gran parte, proprio loro a portare la loro esperienza. L’impegno al femminile – sottolinea Gandolfo – si coniuga con una maggiore sostenibilità in una visione One health, in cui inclusione e rispetto delle risorse vadano di pari passo. Risorse sempre più preziose e limitate; è quindi nostra responsabilità gestirle al meglio per garantire a tutti massime opportunità di cura. E’ necessario insistere sull’importanza di una corretta comunicazione: informare e spiegare in modo chiaro l’appropriatezza delle indagini diagnostiche richieste, ovvero quali sono gli esami utili da svolgere e quali no, proprio perché i consumi dei nostri macchinari sono spesso molto alti e le risorse non sono illimitate”.
Un altro importante tema che è stato affrontato è “la sostenibilità in radiologia interventistica – continua Gandolfo – Oggi questa disciplina ricopre un ruolo fondamentale nel nostro settore. Oltre alla diagnosi permette di offrire trattamenti risolutivi per numerosissime patologie, attraverso procedure mini-invasive, grazie all’utilizzo di device e materiali di ultima generazione. Per questa ragione è importante, per noi, saper scegliere consapevolmente”.
“Il tema della disparità di genere è più che mai attuale, ma come Sirm abbiamo deciso di andare oltre e di spenderci a favore di qualunque tipo di discriminazione e divario – evidenzia Stefania Montemezzi, coordinatrice Commissione Dei – La nostra società scientifica è stata la prima a dotarsi di un gruppo dedicato alla rappresentazione non solo delle donne, ma anche delle minoranze, per promuovere l’inclusione nel mondo medico-scientifico. Oggi, nelle facoltà di Medicina, le donne sono molte di più rispetto al passato, e in futuro le vedremo ricoprire ruoli in specialità che un tempo erano a prevalenza maschile. Avremo urologhe e ortopediche, ma anche più ingegnere e fisiche. E’ questa la vera rivoluzione culturale a cui assisteremo, e che vogliamo sostenere attraverso il lavoro svolto dalla nostra Commissione. Non si tratta di un’opzione, ma di una vera e propria necessità che permetterà di portare un valore aggiunto reale a tutto vantaggio dei pazienti”.
Con il convegno di oggi “abbiamo voluto affrontare un tema comune alla radiologia internazionale, cioè la gestione delle risorse in ottica di sostenibilità – conclude Luca Brunese, presidente eletto Sirm – L’adozione di pratiche corrette, però, non si limita all’ottimizzazione economica, in cui rientra l’utilizzo ‘green’ dei macchinari di maggior consumo come la Tac, ma riguarda anche la riduzione dell’impatto ambientale dei prodotti che utilizziamo, dai device tecnologici fino ai mezzi di contrasto e ai materiali radiologici, per cui sono fondamentali anche accurate politiche di smaltimento e recupero. In questa visione rientra anche una maggiore digitalizzazione, che caratterizzerà gli ospedali del futuro, con un incrementato utilizzo di telemedicina e intelligenza artificiale. Si tratta di cambiamenti auspicabili che, però, rendono urgente affrontare la questione della responsabilità etica. Le innovazioni, come l’utilizzo dell’Ia nella ridefinizione dell’imaging medico, portano infatti grandi benefici, ma è necessario saperle governare. E’ uno dei temi che abbiamo affrontato con i rappresentanti delle istituzioni”.
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