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Medicina: malattie croniche intestinali, cresce importanza ecografia

20 Settembre 2022

Roma, 20 set. (Adnkronos Salute) – L’ecografia delle anse intestinali è una metodica che sta assumendo sempre più importanza nella gestione dei pazienti con malattie infiammatorie croniche intestinali (Mici), stimati in 250mila in Italia. La diffusione di questo esame diagnostico è in costante aumento sia in Italia sia nel mondo. E’ quanto emerge dalla conferenza stampa promossa dall’Italian Group for The Study of Inflammatory Bowel Disease (Ig-Ibd), oggi a Firenze. L’evento precede l’inizio del corso teorico-pratico (20-21 settembre) che la società scientifica ha organizzato, in collaborazione con la Società italiana di ultrasonologia in medicina e biologia (Siumb), in cui i relatori, provenienti da tutta Italia, forniranno le basi teoriche e pratiche per l’interpretazione delle immagini e del referto ecografico a 60 partecipanti, gastroenterologi e radiologi under 35, selezionati con un bando nazionale.

“In questo momento in Italia si contano molti ecografisti, ma pochi ancora riescono ad effettuare una ecografia delle anse intestinali in maniera ottimale – spiega Flavio A. Caprioli, segretario generale dell’Ig-Ibd e gastroenterologo presso la Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico – E’ fondamentale quindi formare su questa metodica una generazione di giovani specialisti che si occupano di malattie infiammatorie croniche intestinali, dal momento che l’esame offre diversi vantaggi rispetto alla risonanza magnetica o in alcuni casi rispetto alla colonscopia, in termini di costi e di tollerabilità per il paziente”.

“Per ora – prosegue l’esperto – sono soprattutto i centri di riferimento delle malattie infiammatorie croniche intestinali a eseguire questo tipo di ecografia. Nei nuovi programmi ministeriali delle Scuole di specializzazione di gastroenterologia e radiologia è stato inserito anche come obiettivo formativo l’apprendimento dell’ecografia, ma servirebbe una cultura maggiore sull’utilizzo della metodica anche fra gli specialisti per aumentarne la diffusione e di conseguenza ridurre i tempi delle liste d’attesa e i costi complessivi legati alla gestione dei pazienti. Anche il Servizio sanitario nazionale ne gioverebbe”.

Nata nella seconda metà del secolo scorso e utilizzata inizialmente soprattutto in Italia, negli ultimi anni l’ecografia intestinale è stata riconosciuta anche a livello internazionale come strumento necessario nell’ambito delle Mici. La sua diffusione capillare potrebbe migliorare in modo significativo la gestione e il trattamento dei pazienti, ritengono gli specialisti. “L’ecografia intestinale può ridurre il ritardo nella diagnosi delle malattie infiammatorie croniche intestinali ed è utile sia per il controllo della risposta alle terapie sia per la diagnosi delle possibili complicanze di queste patologie”, ricorda Cristina Bezzio, gastroenterologa presso l’Ospedale di Rho (Milano), afferente all’Azienda socio sanitaria territoriale Rhodense.

L’ecografia intestinale non è un esame invasivo, non richiede una preparazione intestinale e, in mani esperte – precisano gli specialisti – si esegue in pochi minuti. Un ulteriore vantaggio è rappresentato dal fatto che nella maggior parte dei casi non richiede l’impiego di mezzo di contrasto endovenoso, e ha un costo limitato sia per il Ssn sia per il paziente essendo una metodica completamente esente per chi ha una diagnosi di malattia di Crohn o di colite ulcerosa. “Per tutte queste ragioni – conclude Bezzio – l’esame è gradito e ben tollerato dai pazienti. La frequenza di esecuzione di questa metodica è variabile da paziente a paziente e dipende sostanzialmente dalle caratteristiche della malattia e dalla storia clinica del singolo paziente”.

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