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Migliore (Fiaso), ‘in ospedali Ai è già realtà, formare medici e operatori’

20 Febbraio 2024

Roma, 20 feb. (Adnkronos Salute) – “Gli ospedali sono stati e sono il motore dell’innovazione, dell’eccellenza del servizio sanitario nazionale”. Nelle strutture italiane “l’utilizzo dell’intelligenza artificiale è già realtà”, ora “bisogna formare medici e personale sanitario”. Lo ha detto Giovanni Migliore, presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), a margine della presentazione di ‘Open meeting. Grandi ospedali”, manifestazione organizzata da Koncept, oggi al ministero della Salute a Roma.

“Adesso gli ospedali sono di fronte a una nuova sfida – dice Migliore – che è quella dettata dalla nuova riforma della sanità territoriale, che non può fare a meno della capacità, della competenza e soprattutto della consuetudine delle strutture ospedaliere a realizzare soluzioni flessibili nell’interesse del paziente. Attraverso gli strumenti messi a disposizione dalle nuove tecnologie di comunicazione applicate in sanità, gli ospedali potranno assicurare quella continuità assistenziale che in passato è stato più difficile realizzare, proprio per la difficoltà di mettere in relazione la medicina e gli specialisti del territorio con chi all’interno dei grandi ospedali offriva le cure di alta specializzazione”.

“Con l’intelligenza artificiale – continua Migliore – abbiamo già consuetudine perché nei nostri ospedali di fatto è presente all’interno di tutte le tecnologie per esempio della terapia intensiva o della diagnostica per immagini. Oggi abbiamo l’opportunità di avere un ulteriore sviluppo di questa modalità operativa, che sfrutta le grandi capacità di calcolo. Può supportare i professionisti nei compiti di routine: attività di monitoraggio o la disamina di base di informazioni sanitarie che possono essere assolte più velocemente attraverso questi software”.

È evidente, però, continua Migliore, “che è necessario poter contare anche su professionisti con competenze diverse e mi riferisco non solo ai medici ma a tutto il personale e agli operatori sanitari che lavorano nei nostri ospedali: è una sfida per la formazione”.

Ma la sfida è anche strutturale.”Cosa succederà in caso di eventuali nuove pandemie? Noi abbiamo dimostrato di saper adottare modelli organizzativi flessibili con il Covid. Abbiamo bisogno però anche di un rinnovamento del nostro patrimonio edilizio sanitario. E’ necessario pensare anche a una logistica e a un’architettura che consentano agli ospedali, al di là dei modelli organizzativi, di essere strutturalmente flessibili”.

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