Monza, salvata la gamba di un 35enne con malattia rara
Milano, 16 apr. (Adnkronos Salute) – Dopo una partita di calcetto non riusciva più a camminare, per colpa di una malattia rara arteriosa riconosciuta dai chirurghi vascolari dell’Irccs San Gerardo dei Tintori di Monza che, grazie a un complesso intervento, sono riusciti a salvare la gamba destra del paziente. E’ la storia di un 35enne siciliano, tornato ora a “una vita normale senza ulteriori disturbi”.
Circa un anno prima – raccontano dall’ospedale brianzolo – il giovane, residente in Sicilia, durante una partita di calcetto aveva accusato un intenso dolore alla gamba destra. Il male era regredito spontaneamente, ma da allora camminare era diventato difficile per il dolore che dopo pochi passi ‘paralizzava’ il paziente. Gli esami a cui è stato sottoposto – si legge in una nota del San Gerardo – hanno consentito di diagnosticare una rara patologia, denominata malattia cistica avventiziale, a carico dell’arteria poplitea. La patologia colpisce tipicamente i giovani e consiste nella formazione di plurime cisti nello spessore della parete arteriosa, che determinano una compressione sul vaso, riducendo il passaggio del sangue. Le cisti nel tempo tendono a crescere, premendo sempre di più il vaso che decorre dietro al ginocchio e peggiorando il passaggio del sangue, fino a mettere in pericolo la vitalità della gamba.
“La terapia chirurgica – illustra Vittorio Segramora, direttore della Chirurgia vascolare dell’Irccs monzese – consiste nell’eliminare completamente il tratto di arteria coinvolto dalla degenerazione cistica e nel sostituirlo con una vena prelevata dal paziente stesso. Si tratta di un intervento delicato – sottolinea – reso difficoltoso delle tenaci aderenze che le cisti determinano con le strutture adiacenti e che impongono un meticoloso e attento isolamento dei nervi (nervo sciatico-popliteo-esterno) e delle vene (vena poplitea), che devono essere preservati per garantire la normale funzionalità della gamba”. Segramora, con l’aiuto chirurgo vascolare Savino Pasquadibisceglie, insieme all’anestesista Margherita Scanziani, agli infermieri e a tutto lo staff della sala operatoria, hanno condotto un intervento durato circa 3 ore, riuscendo a salvare l’arto del paziente che dopo pochi giorni è stato dimesso.
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