Morbillo, la verità sulla vitamina A: “Non riduce il rischio di contrarre la malattia”

Roma, 8 mar. (Adnkronos Salute) – Da poco responsabile della sanità degli Stati Uniti, Robert F. Kennedy Jr. ha scritto che la vitamina A “può ridurre drasticamente la mortalità per morbillo”. “L’unico modo efficace per proteggersi dal morbillo, una malattia altamente contagiosa, è il vaccino. Tuttavia, la carenza di vitamina A può aumentare il rischio di complicazioni gravi, soprattutto nei bambini malnutriti. Assumere vitamina A quando si è sani non riduce il rischio di contrarre il morbillo, ma può essere utile per mitigare alcuni effetti della malattia nei soggetti vulnerabili”. Così Roberta Villa, medico e divulgatrice scientifica, fa chiarezza – sul portale anti-bufale della Fnomceo ‘Dottore, ma è vero che…?’ – sul ruolo della vitamina A contro il morbillo.
“Sulla base di studi condotti in contesti a rischio, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) raccomanda la somministrazione di vitamina A ad alte dosi (200.000 Ui per due giorni) ai bambini affetti da morbillo. Tuttavia, l’efficacia di questa misura è ancora dibattuta: una revisione Cochrane non ha trovato prove di una riduzione della mortalità nei bambini trattati con vitamina A, tranne nei casi di bambini molto piccoli (sotto i due anni), per i quali si è osservato un lieve beneficio – ricorda Villa -Uno studio italiano del 2021, condotto su bambini ospedalizzati per morbillo a Napoli, non ha mostrato miglioramenti nei soggetti trattati rispetto al gruppo di controllo. L’Oms continua a raccomandarne l’uso per prevenire il rischio di cecità nei bambini con carenza di vitamina A, piuttosto che per il trattamento del morbillo in sé”.
“Il basso costo e la semplicità della somministrazione fanno sì che la vitamina A venga ancora prescritta nei Paesi a rischio. Anche il Red Book” dell’American Academy of Pediatrics e la Società italiana di Pediatria ne raccomandano l’uso nei bambini ricoverati per morbillo. Tuttavia, è bene sottolineare che l’integrazione di vitamina A non previene la malattia e non sostituisce il vaccino”, conclude l’approfondimento.
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