Nursing Up, 9 infermieri su 10 non soddisfatti da stipendio
Roma, 19 gen. (Adnkronos Salute) – Il 90% degli infermieri italiani e degli altri professionisti dell’assistenza che lavorano nel Servizio sanitario nazionale non è soddisfatto della propria retribuzione, non si considera valorizzato e si sente abbandonato dalle istituzioni. Sono i dati raccolti dal sindacato Nursing Up dallo scorso novembre, attraverso i propri strumenti social, con una serie di sondaggi sulle tematiche chiave che riguardano i professionisti della sanità.
“I risultati dell’indagine – spiega Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up – evidenziano che i nostri professionisti sono costantemente informati, spesso studiano fino in fondo le normative che li riguardano, tra diritti e doveri. Vogliono essere sempre più protagonisti del proprio presente e del proprio futuro, amano il percorso che hanno scelto, ne comprendono il valore, si sentono orgogliosi di indossare la propria divisa e la maggior parte non rinnega affatto i sacrifici che caratterizzano il proprio vissuto quotidiano. Tuttavia sono pienamente consapevoli che la sanità di cui fanno parte sta vivendo una profonda crisi e non sono certo disposti ad accettare passivamente le iniquità”. Si registra “un malcontento generale”.
Dalle testimonianze degli infermieri, aggiunge De Palma, “è emerso in modo palese che oltre il 90% degli interventi si incentra sulla più delicata delle questioni, quella degli stipendi. Non sono per niente soddisfatti della propria retribuzione. Oltre il 90% degli intervistati ritiene senza mezzi termini di non sentirsi valorizzato, addirittura non sono poche le testimonianze di chi, dopo oltre un decennio di attività sul campo, ancora giovane, sotto i 50 anni, avrebbe voglia di abbandonare il nostro Ssn e di passare volentieri alla libera professione”.
Queste le richieste degli infermieri che emergono dall’indagine, elenca il presidente Nursing Up: “Meno stress, meno turni massacranti, più spazio per la famiglia e i propri affetti. Non è solo economica, quindi, la ragione che spinge molti dei professionisti intervenuti al nostro dibattito a manifestare la palese intenzione di rassegnare le dimissioni dalla sanità pubblica. Per alcuni è solo un pensiero costante, per altri si profila già l’intenzione di agire”.
“Possiamo davvero permetterci tutto questo? I cittadini, soprattutto, possono davvero permettersi un servizio sanitario che perde pezzi costantemente, visto che di fatto gli infermieri e gli altri professionisti dell’assistenza rappresentano, numericamente e qualitativamente, lo scudo per la tutela della loro salute? Non dovremmo mai smettere di chiedercelo”, conclude De Palma, anticipando che “nei prossimi giorni seguirà una nuova inchiesta, realizzata al fianco dell’Amsi, Associazione medici stranieri in Italia, che riguarda il potenziale rischio, da parte dei professionisti sanitari, di cadere nella rete di false offerte di lavoro all’estero affidandosi ad agenzie non accreditate”.
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