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Obesità, esperti ‘nuovi farmaci non sono alternativi al bisturi’

4 Agosto 2023

Roma, 4 ago. (Adnkronos Salute) – I nuovi farmaci anti-obesità, che colpisce oggi 4 milioni di italiani, con 17 milioni in sovrappeso, non sono alternativi al bisturi. Il clamore mediatico suscitato di recente da questi farmaci ha ‘oscurato’ il ruolo della chirurgia bariatrica, ma pillole e interventi sono entrambe “valide soluzioni che, in molti casi, possono e devono integrarsi in un più ampio percorso multidisciplinare di cura del paziente”. A fare chiarezza saranno gli esperti riuniti per la XXVI edizione del congresso mondiale dell’International Federation for the Surgery of Obesity and Metabolic Disorders (Ifso), che si svolgerà a Napoli dal 30 agosto all’1 settembre. Già oltre 2mila gli iscritti, rappresentanti di 93 paesi del mondo.

“Questi nuovi farmaci, per quanto straordinariamente efficaci, non sono un’alternativa alla chirurgia per il trattamento dell’obesità, specialmente quella grave – spiega Luigi Angrisani, professore associato in Chirurgia generale del Dipartimento di sanità pubblica all’Università Federico II di Napoli e presidente del congresso mondiale Ifso – ma sono un prezioso strumento che si integra nel percorso terapeutico del paziente per cui è indicata un’importante perdita peso. Dunque la chirurgia bariatrica continua a rappresentare un’arma fondamentale per le persone obese – sottolinea – sia per eliminare l’eccesso di tessuto adiposo che per prevenire o curare le patologie associate all’obesità”.

La chirurgia bariatrica, chiarisce l’esperto, “è composta da diversi interventi chirurgici: la gastrectomia verticale laparoscopica (sleeve gastrectomy) e il bypass gastrico, che sono quelli a cui si ricorre più frequentemente e la gastroplastica endoscopica transorale, una metodica oggi emergente. Grazie a tutte queste procedure si può arrivare fino a un calo ponderale anche del 70%, un risultato che è ben superiore e anche più duraturo rispetto a quanto si può ottenere con i farmaci”. Nonostante questo si ricorre ancora molto poco al bisturi: “In Italia, ad esempio, si eseguono all’incirca 30mila interventi l’anno, vale a dire che molto meno di un paziente obeso su 1.000 accede a una di queste procedure chirurgiche da cui potrebbe ricevere grande beneficio”. Le pillole anti-obesità non sono certo inutili. “Chirurgia e farmaci sono entrambi valide soluzioni all’obesità che, in molti casi, possono e devono integrarsi in un più ampio percorso di cura del paziente”, rimarca.

Al congresso verrà dedicato grande spazio anche alla discussione sulle nuove linee guida per la chirurgia bariatrica, redatte dalla Società americana di chirurgia bariatrica e metabolica (Asmbs) insieme alla Federazione mondiale (Ifso). “Si tratta di un importantissimo aggiornamento delle vecchie indicazioni che risalgono a ormai a oltre 30 anni fa e che, di fatto, estendono ancora di più il bacino di pazienti che possono trarre giovamento dalla chirurgia metabolica e bariatrica”, commenta Angrisani, che ne è coautore. Fra le novità, le indicazioni all’intervento includono anche le persone con obesità meno grave, i bambini e gli adolescenti dall’età di 12 anni e gli ‘over 65’, dopo esser stati valutati attentamente.

“Il congresso Ifso sarà infine un’occasione importante di confronto sulle procedure e tecniche chirurgiche più recenti, oltre che di approfondimento sui vantaggi della chirurgia robotica, oggi sottoutilizzata nella chirurgia bariatrica, ma che in futuro potrebbe rivoluzionare il lavoro del chirurgo in sala operatoria e il recupero dei pazienti”, conclude il chirurgo.

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