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Oms, ‘a Gaza fermi 14 ospedali su 36, gli altri in sovraccarico’

2 Novembre 2023

Milano, 2 nov. (Adnkronos Salute) – E’ “profondamente preoccupante” che “14 ospedali su 36 e 2 centri specializzati a Gaza non funzionino a causa della mancanza di carburante, oppure per danni, attacchi e problemi di sicurezza. E gli ospedali che rimangono aperti sono sovraccarichi, con il 40% di pazienti in più rispetto al numero per il quale sono progettati”. E’ lo scenario descritto via X dal direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus, che ha ribadito il problema anche durante un briefing con la stampa. “I bisogni sanitari” nell’area al centro del conflitto fra Israele e Hamas “aumentano. La nostra capacità di soddisfarli sta crollando”, avverte il Dg. “Finora l’Oms ha verificato 237 attacchi all’assistenza sanitaria, di cui 218 nei territori palestinesi occupati e 19 in Israele. Gli attacchi alla sanità sono una violazione del diritto umanitario internazionale”, ripete.

L’Oms “chiede un accesso urgente e duraturo su larga scala agli aiuti umanitari. Continuiamo a chiedere la protezione attiva dei civili e dell’assistenza sanitaria e un cessate il fuoco umanitario”, riassume il direttore tramite social. La situazione sul campo, a Gaza, “è indescrivibile – incalza il capo dell’agenzia Onu per la salute in conferenza stampa – Ospedali stipati di feriti distesi nei corridoi; obitori traboccanti; medici che eseguono interventi chirurgici senza anestesia; migliaia di persone che cercano riparo dai bombardamenti; famiglie ammassate in scuole sovraffollate, alla disperata ricerca di cibo e acqua; bagni che straripano e rischio di diffusione di epidemie. E ovunque paura, morte, distruzione, perdita”.

“A 23 ospedali è stato ordinato di procedere all’evacuazione, a Gaza e nel Nord di Gaza. L’evacuazione forzata in queste circostanze metterebbe la vita di centinaia di pazienti in una situazione pericolosa per la vita – sottolinea il Dg Tedros – Trasferire un bambino con il supporto vitale sarebbe pericoloso anche in un Paese ad alto reddito. Farlo a Gaza metterebbe gravemente in pericolo un piccolo la cui vita è appena iniziata e che non sa nulla di questo conflitto, né ne è responsabile. Chiedere a questi pazienti di trasferirsi mette loro e gli operatori sanitari in una situazione impossibile. E nella maggior parte dei casi, non hanno nessun posto dove andare”.

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