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One Health, come e perché proteggere tutto l’anno noi e i nostri pet

11 Febbraio 2025

Roma, 11 feb. (Adnkronos Salute) – Con l’aumento delle temperature, la presenza di parassiti come pulci e zecche, un tempo concentrata in ambienti boschivi e incolti lontano dalle metropoli, si è estesa sempre più alle aree urbane e ai parchi cittadini frequentati anche dai nostri cani. E questo non solo nei mesi estivi, ma tutto l’anno, inverno compreso, con ripercussioni sulla salute dei nostri amici a 4 zampe e, di riflesso, anche sulla nostra. Ma quali sono attualmente le più comuni malattie che possono essere trasmesse dalle zecche? Dove si possono trovare questi parassiti e quali sono le zone e le regioni più esposte? Quali problemi causano zecche e pulci ai nostri animali domestici e come possiamo prevenirli? A cercare di dare risposta a queste domande sono 3 autorevoli esperti italiani nel talk ‘One Health: come e perché proteggere noi e i nostri pet per tutto l’anno’, promosso da Adnkronos, realizzato in collaborazione con Msd Animal Health e disponibile nei canali web e social del gruppo editoriale.

Particolarmente interessante è il modello del dibattito: nel tracciare un quadro della situazione e nel dare alcuni utili consigli per proteggere noi e i nostri pet tutto l’anno, gli esperti fanno riferimento al modello One Health (salute unica) che, riconosciuto anche dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) – si legge in una nota – vede la salute umana, animale e ambientale strettamente legate e connesse tra loro.

“Sono tanti i fattori che hanno contribuito alla proliferazione di zecche e pulci anche al di fuori dei tradizionali periodi primaverili ed estivi – spiega Ezio Ferroglio, professore ordinario di Parassitologia e Malattie parassitarie degli animali, Dipartimento di Scienze veterinarie, Università degli Studi di Torino e presidente Esccap (European Scientific Counsel Companion Animal Parasites) Italia – Alcuni sono legati alle condizioni climatiche e al riscaldamento globale, al cambio delle stagioni, altri a cambiamenti sociali, culturali e alla diversa gestione del territorio. Non va poi dimenticato che le aree urbane sono isole di calore, la cui temperatura è di 4-5 gradi superiore a quella ambientale normale, e questo permette una maggiore sopravvivenza e attività di pulci e zecche anche nei periodi freddi. Viviamo sempre più in contesti che possiamo definire ‘naturban’, nei quali la natura e l’ambiente rurale si intersecano con la città e sono popolati anche da molti animali selvatici che, non potendo essere trattati, diventano ‘moltiplicatori’ di zecche e serbatoi di molti patogeni trasmessi dalle zecche, causa di malattie pericolose per i nostri animali domestici e per noi stessi. E questo, ormai, purtroppo vale anche per molti parchi cittadini nei quali portiamo regolarmente a passeggiare i nostri cani”.

Oggi “in Italia sono 3 le principali malattie trasmesse da zecche – precisa Spinello Antinori, professore ordinario di Malattie infettive, Università degli Studi di Milano e direttore Uoc Malattie infettive, Ospedale Luigi Sacco di Milano – Sono la malattia di Lyme o Borreliosi di Lyme, la febbre bottonosa del Mediterraneo e l’encefalite trasmessa da zecche. Le prime 2 sono batteriche, la terza è di natura virale. La malattia di Lyme e l’encefalite trasmessa da zecche sono causate dalle zecche che si ritrovano nei parchi e nei boschi, mentre la febbre bottonosa del Mediterraneo è causata dal morso della zecca del cane. Sono malattie che possono essere invalidanti. In particolare l’encefalite trasmessa da zecche può lasciare dei reliquati neurologici importanti e causare persino la morte. La Borreliosi di Lyme e l’encefalite trasmessa da zecche sono molto presenti nel Nord-Est del Paese (in particolare Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Veneto), mentre la febbre bottonosa del Mediterraneo è diffusa soprattutto nelle aree insulari e centro-meridionali (specialmente in Sardegna, Sicilia, Calabria e Lazio). Per la prevenzione della malattia di Lyme e della febbre bottonosa del Mediterraneo non disponiamo di vaccini, ma soltanto di una terapia. In questi casi la prevenzione si basa sull’identificazione precoce della zecca e sulla sua rapida rimozione. Nelle aree in cui la prevalenza della malattia è elevata si suggerisce una profilassi con le tetracicline. Abbiamo, invece, un vaccino efficace – continua – nei confronti dell’encefalite trasmessa da zecche, che è consigliato a tutti coloro che devono recarsi in aree boschive soprattutto nei periodi estivi e in particolare nel Nord-Est. Si tratta di un vaccino costituito da un virus inattivato che viene somministrato con 3 dosi. La protezione dura circa 3 anni, dopodiché va effettuata una nuova somministrazione”.

Attualmente sono disponibili delle soluzioni per proteggere i cani da pulci e zecche, ma ogni ‘pet owner’ dovrebbe mettere in atto dei comportamenti per prevenire le malattie trasmesse da questi parassiti, oltre ai controlli periodici dal medico veterinario. In un’ottica di One Health la protezione dei nostri cani da pulci e zecche è fondamentale non solo per il loro benessere ma anche per il nostro, soprattutto per le malattie che possono trasmettere all’uomo, le cosiddette zoonosi.

“Pulci e zecche sono ectoparassiti, cioè parassiti esterni che vivono sulla superficie corporea del nostro cane, come la cute e il mantello. Per combatterli ci sono diverse tipologie di prodotto disponibili in varie formulazioni – illustra Giuseppe Faranda, medico veterinario, formatore e divulgatore – Attualmente per proteggere i nostri cani da pulci e zecche si utilizzano gli antiparassitari. Abbiamo, ad esempio, le cosiddette pipette o spot-on, che sono prodotti liquidi che si applicano sulla cute del cane in diversi punti dai quali poi si distribuiscono su tutta la superficie corporea: bisogna fare attenzione ad applicarli sulla cute e non sul pelo del cane”.

Nel dettaglio, “le pipette – prosegue il veterinario – vengono applicate sul cane tendenzialmente nella zona interscapolare e lungo la schiena (dove il cane non può leccarsi) in più punti dai quali poi si distribuiscono, tramite il film lipidico cutaneo, a tutta la superficie corporea. E’ molto importante che la pipetta venga applicata lontano da una eventuale toelettatura o bagno perché il rischio è che il prodotto, a causa della detersione, resti esattamente nei punti nei quali viene applicato. Se, quindi, siete andati a toelettare il vostro cane, è necessario aspettare almeno 48 ore affinché il normale strato di sebo si riformi sulla sua cute e possa veicolare poi il prodotto su tutta la superficie corporea”.

Esistono poi “i collari che rilasciano gradualmente il prodotto sulla pelle del cane secondo quello che viene chiamato il gradiente osmotico di concentrazione e delle pastiglie o un’inieizione – prosegue Faranda – che vengono somministrate con frequenza variabile e che contengono all’interno un prodotto, un principio attivo, che rende il sangue ‘velenoso’ per i parassiti in modo tale che questi, nutrendosi sul cane, possano morire prima di espletare la loro azione patogena. In tutti i casi, il consiglio principale è quello di stabilire, insieme al medico veterinario, il protocollo antiparassitario più adatto al proprio cane, tenendo conto delle sue abitudini e del suo stile di vita (se vive in casa, esce frequentemente, fa sport, vive in branco…). Una buona prevenzione antiparassitaria è la base per mantenere in salute sia i nostri pet che noi stessi. Bisogna poi rispettare una corretta igiene domestica. Soprattutto per le pulci, per esempio – ricorda – è fondamentale mantenere pulite le cucce e gli imbottiti come divani, sofà e tappeti e pulire accuratamente gli spazi esterni. Bisogna poi tenere conto del fatto che noi stessi possiamo portare dall’esterno i parassiti sotto forma di uova o larve. Quindi è fondamentale proteggere i nostri pet anche se escono poco e limitare l’uso delle scarpe in casa”.

Commenta Simona Viola, Business Unit Director Companion Animals di Msd Animal Health Italia: “Le malattie da vettori sono l’esempio paradigmatico del rapporto esistente tra uomo, animale e ambiente. Il controllo delle stesse richiede un solido sistema di monitoraggio e prevenzione basato su una stretta sinergia inter-professionale tra il comparto della medicina umana e veterinaria. Siamo fermamente convinti che preservare la salute globale sia possibile solo con la collaborazione multidisciplinare dei diversi settori coinvolti. L’approccio collaborativo One Health, che si fonda sul legame indissolubile tra esseri umani, animali e ambiente, è la scelta vincente per assicurare il benessere collettivo. E noi di Msd Animal Health – conclude – siamo da sempre al fianco dei professionisti della salute affinché si faccia squadra per raggiungere obiettivi comuni e condivisi”.

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