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Padovani (Sin): “In Italia 32 mln con disturbi neurologici ma diagnosi è spesso tardiva”

3 Ottobre 2024

Roma, 3 ott. (Adnkronos Salute) – Dalla malattia di Alzheimer a quella di Parkinson, dall’ictus cerebrale alla sclerosi multipla, dall’epilessia alle malattie neuromuscolari, fino all’emicrania e ai disturbi del sonno: questi alcuni dei disturbi neurologici che, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, colpiscono 1 miliardo di persone nel mondo.

“Nel nostro Paese sono 32 milioni gli italiani che lamentano ogni anno un sintomo o un disturbo neurologico. A volte possono essere segni banali come il mal di testa o l’insonnia occasionale, ma ciascuno di questi segni o sintomi potrebbe nascondere una malattia neurologica che, se intercettata precocemente, può essere trattata in modo adeguato. Tuttavia, ancora oggi le malattie neurologiche sono sottovalutate, per tale ragione la diagnosi è spesso tardiva. E’ anche per questo motivo che la Società italiana di neurologia (Sin), la principale società scientifica dei neurologi e delle neurologhe italiane, promuove da anni la Giornata nazionale della neurologia. Obiettivo dell’iniziativa: sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza del ruolo del neurologo e quali sono le patologie che cura”. Così all’Adnkronos Salute il presidente della Sin Alessandro Padovani, in vista della Giornata nazionale della neurologia in programma il 5 ottobre.

“Con questo appuntamento vogliamo arrivare a tutti, anche alla classe medica e agli operatori sanitari – spiega Padovani – affinché siano maggiormente consapevoli del fatto che molte patologie potrebbero essere legate ad una condizione neurologica. Per esempio, i disturbi del sonno hanno bisogno di una valutazione neurologica, così come la cefalea o il mal di testa. Ricordo che circa 6 milioni di italiani soffrono di emicrania, di cui 1,5 milioni fanno i conti con la forma cronica, un dato allarmante se pensiamo a tutte le conseguenze che la patologia ha non solo sulla salute generale, ma anche sulla capacità lavorativa di queste persone”.

“Dei 32 milioni di italiani con un sintomo o un disturbo neurologico – evidenzia Padovani – ci sono 500mila persone con epilessia, 350mila con malattia rara neurologica conclamata, 130mila con sclerosi laterale amiotrofica (Sla), 1.200.000 con demenze (800mila dei quali con malattia di Alzheimer e 400mila con malattia di Parkinson), 1 milione con decadimento cognitivo, 1.600.000 con insonnia severa. E ancora: 50mila italiani con cerebrolesioni, 1.400.000 con esiti da ictus celebrali, senza dimenticare le persone che sono costrette a convivere con mal di schiena, dolore neuropatico o causato dall’Herpes zoster, meglio noto come il Fuoco di Sant’Antonio. Ecco, il neurologo si occupa di tutte queste condizioni negli ospedali, ma anche sul territorio. E attraverso la Giornata nazionale della neurologia vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica su queste malattie e sul fatto che occorra senza nessun timore andare dal neurologo quando qualcosa non funziona adeguatamente”.

Durante gli anni della pandemia “abbiamo tutti vissuto i problemi legati alla malattia di Parkinson, come per esempio l’affaticamento o il cosiddetto ‘brain fog’ (offuscamento della coscienza). Ebbene, anche queste sono manifestazioni che dovrebbero allertare le persone – mette in guardia il presidente della Sin – e cercare una risposta dal neurologo. Ma è bene chiarire che la nostra iniziativa vuole anche essere una giornata di appropriatezza, cioè noi non vogliamo che le persone vadano in pronto soccorso se hanno tali disturbi da tempo ma si rivolgano al neurologo. La Sin è molto impegnata da tempo nel creare una comunità di neurologi e neurologhe molto preparati e non c’è dubbio che questi specialisti in Italia sono sicuramente in grado di dare delle risposte, anche in tempi molto brevi, a tutte le richieste e a tutti i bisogni dei pazienti”.

Sabato 5 ottobre, in occasione della Giornata nazionale della neurologia, si potrà contattare dalle 9 alle 13 il numero 0315620533. Neurologi e neurologhe della Sin risponderanno a dubbi e forniranno informazioni, “ma senza dare prescrizioni o fare diagnosi”, conclude Padovani. 

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