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Pediatria: da sonno a isolamento, i rischi dell’abuso di smartphone nei giovanissimi

20 Settembre 2022

Roma, 20 set. (Adnkronos Salute) – Con la testa china sullo smartphone tante, troppe ore al giorno. E’ l’immagine sempre più diffusa dei giovanissimi alle prese con il telefonino: “La maggior parte degli adolescenti trascorre dalle 3 alle 6 ore al giorno con lo smartphone, che viene persino usato a scuola durante le lezioni. Il tempo trascorso si abbassa leggermente in preadolescenza, tra gli 11 e i 13 anni, probabilmente per un maggior controllo da parte dei genitori”, spiega l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma nella sua guida ‘Adolescenti e smartphone’, pubblicata sul proprio sito Internet.

“La difficoltà dei genitori nel controllare l’uso degli smartphone è enorme, la maggior parte degli adolescenti usa la tecnologia in autonomia – sottolineano gli esperti – Quando lo si tenta, il controllo è spesso inadeguato e fallimentare. I rischi di un utilizzo inappropriato ed eccessivo dello smartphone sono soprattutto dipendenza, isolamento, impatto negativo sul sonno, approccio superficiale all’apprendimento, disattenzione. L’esposizione allo smartphone può interferire anche con la vista e infine l’uso eccessivo dello smartphone può provocare dolori articolari e muscolari, specialmente a collo e spalle”.

Secondo i pediatri, “la dipendenza è favorita dal poter accedere allo smartphone ovunque ci si trovi e in qualsiasi momento della giornata. La dipendenza dalla tecnologia si manifesta con sbalzi d’umore, isolamento, perdita di controllo, ansia e depressione. L’isolamento è legato a Internet, che si trasforma spesso in un rifugio per i ragazzi più timidi che hanno difficoltà nelle relazioni con i loro coetanei. L’isolamento, nei casi più gravi, può diventare una vera e propria malattia: si parla in questo caso di un fenomeno chiamato Hikikomori, che – avvertono gli esperti – espone al rischio di sviluppare malattie psichiatriche. Questo fenomeno, in Italia, riguarda soprattutto i giovani dai 14 ai 30 anni, soprattutto maschi, che trascorrono su Internet oltre 12 ore al giorno”.

“L’uso dello smartphone prima di dormire ha un impatto negativo sul ritmo circadiano del sonno, perché causa eccitazione e difficoltà ad addormentarsi – ricordano ancora dal Bambino Gesù – Il sonno è fondamentale per il funzionamento mentale e fisico del nostro organismo. Quando è insufficiente o inadeguato, è correlato all’insorgenza di malattie cardiovascolari, disfunzioni metaboliche e diabete. Inoltre una scarsa qualità del sonno favorisce stanchezza, depressione, abuso di alcol, disturbi ossessivo-compulsivi, abuso di sostanze, risultati scolastici scadenti, con conseguenze negative nella vita dei ragazzi. L’uso eccessivo dello smartphone può determinare un approccio superficiale all’approfondimento, una minore concentrazione e una maggiore tendenza alla distrazione, con conseguenti scarsi risultati scolastici”.

Tante ore davanti il cellulare hanno infatti ripercussioni sul livello di attenzione: “Un utilizzo improprio dello smartphone da parte dei ragazzi impegnati ad ascoltare musica, giocare o rispondere ai messaggi mentre camminano o attraversano la strada può esporli al rischio di pericolosi incidenti. Anche qui l’esempio dei genitori è fondamentale – rimarca la guida – Gli adolescenti con genitori che solitamente parlano al telefono mentre guidano hanno maggiori probabilità di ripeterne i comportamenti”.

L’esposizione allo smartphone, poi, può interferire con la vista. “L’uso continuo dello smartphone può causare secchezza oculare (sensazione di corpo estraneo nell’occhio e bruciore); fatica oculare; abbagliamento; irritazione. Ma a risentire sono anche i muscoli – proseguono i pediatri – L’uso eccessivo dello smartphone può provocare dolori articolari e muscolari, specialmente a collo e spalle, negli adolescenti iperconnessi, ovvero quelli che vi trascorrono più di 5 ore al giorno”.

Cosa possano fare i genitori? “Un attento controllo è indispensabile, ma per essere utile deve iniziare prima dell’adolescenza, altrimenti si corre il rischio che in seguito venga rifiutato”, ammonisce il Bambino Gesù.

“Bisogna educare i figli al web fin da piccoli – raccomandano i pediatri – così come lo si fa per il mondo reale, attraverso il dialogo, l’ascolto, l’educazione emotiva e le regole, condizioni necessarie per imparare ad autoregolarsi e assumere un atteggiamento critico rispetto alla rete. L’adolescente sarà così preparato ad accettare un confronto condiviso e non rifiuterà semplici regole che hanno il solo scopo di proteggerlo”.

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