app-menu Social mobile

Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

Protesi valvola cuore senza incisioni, a Milano prima europea

12 Luglio 2023

Milano, 12 lug. (Adnkronos Salute) – Primato italiano nel trattamento mininvasivo dell’insufficienza mitralica, malattia causata da un difetto della valvola posta fra l’atrio e il ventricolo della metà sinistra del cuore. All’Irccs Istituto clinico Humanitas di Rozzano, Milano, per la prima volta in Europa è stata impiantata una nuova protesi mitralica percutanea, senza incisioni, per via transfemorale. I primi interventi sono stati eseguiti con successo in Humanitas in collaborazione con un team israeliano-americano, nell’ambito di uno studio internazionale che coinvolge negli Usa Mayo Clinic e Ohio Health. Questa metodica ‘soft’ “offre nuove possibilità di cura per i pazienti non idonei alla riparazione” valvolare “percutanea e chirurgica convenzionale”, annunciano da Humanitas.

I risultati degli interventi sono stati pubblicati su ‘Jacc: Cardiovascular Interventions’ e presentati in maggio a Parigi, al congresso internazionale di cardiologia interventistica EuroPcr. In sala operatoria nell’Irccs milanese Antonio Colombo, senior consultant Humanitas; Bernhard Reimers, responsabile Cardiologia clinica, interventistica e Ucc Humanitas; Antonio Mangieri e Damiano Regazzoli, cardiologi interventisti Humanitas. Essenziali anche altre expertise del Dipartimento Cardiovascolare diretto da Gianluigi Condorelli: l’équipe di Diagnostica ecocardiografica clinica, guidata da Renato Bragato, e le Unità operative di Cardiochirurgia e Chirurgia vascolare, dirette rispettivamente da Lucia Torracca e da Efrem Civilini.

“Da subito è stato riscontrato un miglioramento della funzionalità cardiaca dei pazienti – afferma Reimers – confermato al follow-up a distanza di 3 mesi. Lo studio andrà avanti con l’obiettivo di rendere questa tecnica disponibile a quelle persone che, per le condizioni del loro cuore, non possono sostenere altri tipi di interventi”.

L’insufficienza mitralica – ricordano gli esperti Humanitas – si ha quando un difetto di chiusura della valvola mitrale fa sì che parte del sangue refluisca nell’atrio anziché andare in aorta. La malattia provoca sintomi quali mancanza di respiro, gonfiori e affaticamento. L’incidenza nella popolazione italiana è di circa l’1,7% e aumenta nelle persone anziane. La valvola difettosa può essere riparata o sostituita chirurgicamente. Nei pazienti ad alto rischio sono state sviluppate tecniche mininvasive per la riparazione o la sostituzione, ma le valvole attualmente disponibili per sostituzione percutanea richiedono comunque un’incisione all’apice del cuore.

“Questa procedura può comportare dei rischi – sottolinea Mangieri – e la valvola può creare un’ostruzione dinamica all’uscita del sangue dal cuore, motivo per cui circa il 70% dei candidati all’impianto di valvole transapicali viene poi valutato non idoneo. Con la nuova protesi mitralica percutanea, invece, si minimizza il rischio di ostruzione del ventricolo e si riducono i tempi chirurgici e del recupero post-operatorio, dal momento che la procedura – precisa il cardiologo interventista che ha illustrato all’EuroPcr i risultati ottenuti – viene eseguita attraverso un’incisione di solo un centimetro all’altezza dell’inguine, che consente al paziente una mobilizzazione precoce rispetto a un taglio all’apice del cuore”. L’intervento dura 3 ore circa e si svolge in sala di emodinamica in anestesia totale. Il paziente resta poi in Terapia intensiva per 24 ore, sveglio, per il monitoraggio. Le dimissioni avvengono dopo circa 3 giorni e sono previsti controlli a 1, 3 e 6 mesi dall’intervento.

Per stabilire quale tipo di procedura proporre a ciascun paziente, si effettua una valutazione con Tc del cuore ed ecocardiogramma transtoracico e transesofageo. I risultati vengono poi discussi in team, da diversi specialisti, in modo da garantire a ogni persona il percorso più adeguato. “Dalla prima valutazione di ciascun paziente, fino alla realizzazione di ogni intervento – rimarca Torracca – è fondamentale un approccio multidisciplinare. Questa nuova tecnica consentirà di ampliare le possibilità terapeutiche a nostra disposizione, dalla chirurgia classica alla mininvasiva fino alla percutanea, per selezionare di volta in volta quella più appropriata alle esigenze di ogni persona”. Commenta Colombo: “La cura del cuore prosegue all’insegna della personalizzazione e mininvasività delle procedure, sempre più calibrate sulle necessità e le condizioni di ogni paziente”.

“L’approccio all’insufficienza mitralica attraverso l’impianto di queste nuove valvole – evidenzia Condorelli, anche docente di Humanitas University – rientra in un programma di trattamento percutaneo delle valvulopatie della Cardiologia interventistica Humanitas e colloca l’ospedale tra le realtà più innovative in questo campo, sia a livello nazionale che internazionale”.

Humanitas – si legge in una nota – è in prima linea nel miglioramento delle cure in ambito cardiovascolare grazie alle attività multidisciplinari e integrate, tra ricerca e clinica, di un Cardio Center che comprende la Cardiochirurgia, un Centro per la terapia dello scompenso cardiaco, l’Elettrofisiologia dotata di robot di ultima generazione per la cura delle aritmie, l’Emodinamica collegata a un’Unità di cura coronarica-Ucc e la Chirurgia vascolare. All’interno del centro si svolgono studi osservazionali e interventistici per definire i protocolli clinici e chirurgici più efficaci per diverse patologie del cuore e dei vasi sanguigni. Oltre alla ricerca in campo cardiochirurgico e valvolare, avanzano anche la ricerca in elettrofisiologia guidata da Antonio Frontera – con lo studio di nuove terapie elettriche, possibile grazie alla collaborazione con il Politecnico di Milano – e quella in cardiologia interventistica, con un particolare focus sugli stent e la rivascolarizzazione coronarica.

A integrare gli studi clinici, che garantiscono ai pazienti Humanitas l’accesso alle cure più avanzate – conclude l’Irccs – c’è la ricerca preclinica e traslazionale: cinque laboratori indagano i meccanismi alla base di alcune tra le malattie cardiovascolari più diffuse. Tra gli obiettivi dei principali progetti di ricerca: comprendere il ruolo del sistema immunitario e dell’infiammazione nello scompenso cardiaco; mettere a punto tecnologie innovative per la consegna mirata di farmaci, basate su nanoparticelle; identificare i meccanismi epigenetici che mediano l’insorgenza delle malattie vascolari, come l’aterosclerosi; comprendere il ruolo degli ‘orologi biologici’ (i geni che si attivano ciclicamente seguendo i ritmi circadiani del giorno e della notte) nell’insorgenza e nella progressione delle patologie cardio-metaboliche.

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

Sordità profonda, nuova tecnica chirurgica robotica al Martini di Torino

24 Gennaio 2025
Roma, 22 gen. (Adnkronos Salute) – Una nuova tecnica di chirurgia robotica otologica di precision…

Team italiano scopre nuovo gene coinvolto in malattia Alzheimer

24 Gennaio 2025
Roma, 20 gen. (Adnkronos Salute) – Scoperto un nuovo gene, il ‘Grin2c’, coinvolto nella malattia …

Quintavalle (Asl Rm1): “Scambio intergenerazionale per odontoiatra del futuro”

24 Gennaio 2025
Roma, 16 gen. (Adnkronos Salute) – “Guideremo dei giovani in uno scambio intergenerazionale per c…

Salute: ‘Gli occhi dei bambini’, i consigli per proteggerli nel podcast ‘Ascolta e vedrai’

24 Gennaio 2025
Roma, 14 gen. (Adnkronos Salute) – Scoperti precocemente problemi come l’occhio pigro (ambliopia)…

Iscriviti alla newsletter de
La Ragione

Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.

    LEGGI GRATIS La Ragione

    GUARDA i nostri video

    ASCOLTA i nostri podcast

    REGISTRATI / ACCEDI