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Ragno violino in decorazioni feste, etologo: “Aumentano punture”

13 Dicembre 2024

Roma, 13 dic (Adnkronos Salute) – Occhio alle decorazioni natalizie, alberi di Natale e presepi conservati in cantine, soffitte e soppalchi. Negli scatoloni potrebbe nascondersi qualche insetto e persino il temuto ragno violino dalla dolorosa puntura che può avere anche conseguenze importanti. “Le probabilità di ‘incontri ravvicinati’ con questo tipo di aracnide aumentano nel periodo natalizio proprio perché è il momento in cui andiamo a prendere gli arredi per le feste conservati per lungo tempo, chiusi, in attesa festività. Questo ragno principalmente è notturno, si nasconde a volte dentro questi imballi di carta, di cartone, in questi scatoloni, che poi vengono aperti senza pensarci troppo”, spiega all’Adnkronos Salute Andrea Lunerti, etologo ed esperto di ‘sicurezza uomo-animale’.

Il ragno violino “è di pochi millimetri – avverte – può arrivare a un centimetro massimo. Si fa difficoltà a individuarlo subito. Si può arrivare a un centimetro e non sempre, soprattutto se non ci si pensa, si riesce a vederlo. Quindi, inavvertitamente, rischiamo di introdurre nelle nostre abitazioni alcuni di questi piccoli ragni con cui poi può succedere (seppure la percentuale è molto bassa) di entrare in contatto, magari toccando qualcosa, mettendo le mani senza guardare. In questo periodo aumentano, quindi, le probabilità di morso”.

Questo ‘ospite indesiderato’ in realtà “ha un ciclo vitale che si conclude nel periodo tardo estivo, ma l’animale è sempre attivo”, precisa Lunerti. In questo periodo, poi, di solito “ha dimensioni ridotte, perché quelli che introduciamo inavvertitamente e incautamente nelle nostre case sono esemplari molto piccoli, che è molto difficile individuare. Ma rilasciano comunque, con il morso, una quantità di veleno citotossico che a loro serve a digerire i tessuti. Questo veleno – illustra l’etologo – può creare effetti molto fastidiosi e, negli individui più sensibili, anche pericolosi. Nel mordere, infatti, il ragno inietta veleno mediante due organi cavi, che sono come due denti cavi. E’ quello che fa quando cattura le prede che deve digerire. A contatto con l’epidermide umana, questa sostanza innesca degli effetti degenerativi dei tessuti, un effetto necrotico, che poi può espandersi più o meno, a seconda di quanto l’individuo è sensibile. E talvolta può creare delle necrosi importanti, che richiedono cure ospedaliere”.

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