Relazioni tossiche per il 5% della popolazione, ma poche diagnosi di limerenza
Roma, 19 ott. (Adnkronos Salute) – Comportamenti violenti, aggressivi che rasentano quelli di un disturbo ossessivo-compulsivo sono solo alcuni dei segnali visibili di una relazione disfunzionale e tossica che può avere origine da un caso, ignorato, di limerenza. Tale condizione di innamoramento patologico interessa il 5% della popolazione complessiva, ma secondo gli esperti è sottodiagnosticata a tal punto da far pensare che le reali stime si aggirino attorno al 20%, “soprattutto fra gli adolescenti, maggiormente esposti all’influenza dei social media, ottimi facilitatori del processo di idealizzazione alla base di questa patologia”, afferma Maria Cristina Gori, neurologa e psicoterapeuta che con Consulcesi lancia il nuovo corso di formazione Ecm ‘Limerenza: quando l’innamoramento diventa patologia’, come si legge in una nota diffusa dall’azienda specializzata nella formazione dei professionisti della salute.
“Si tratta di uno stadio quasi ossessivo dell’amore romantico – racconta Gori – Una condizione che parte dall’innamoramento, forma di delirio, sebbene normalizzata e accettata, caratterizzata da un attaccamento e un bisogno di reciprocità estremi e che porta ad una progressiva alienazione da sé stessi e dalla realtà dalle pesanti conseguenze”. Il quadro complesso descrive un fenomeno “assolutamente mentale” – indipendente dai segnali mandati dall’altro – che può portare ad essere “disfunzionali nella quotidianità”, impattando il singolo e la comunità di cui fa parte.
“Si smette di essere genitori, figli, perfino compagni – spiega l’esperta – si perde interesse nel mondo esterno, nella propria professione e in tutto ciò che non riguarda l’oggetto di limerenza; si diventa incapaci di guardare oggettivamente e razionalmente ai difetti di questo e non ci sarà comportamento o parola in grado di farci distogliere da questo intenso desiderio”, prosegue Gori che nell’e-book disponibile fino al 31 dicembre 2022 (termine ultimo per l’acquisizione dei crediti formativi obbligatori) raccoglie quanto si sa finora su questa condizione di innamoramento patologico, non mancando di evidenziare i rischi di una scarsa se non assente educazione affettiva nelle famiglie e nelle scuole italiane.
“Nei casi estremi, la limerenza può sfociare in atteggiamenti ossessivi e nei fenomeni di aggressività che ritroviamo sulle prime pagine dei giornali”, avverte Gori che ribadisce il ruolo dei medici e di tutti i professionisti sanitari nella prevenzione e nella diagnosi precoce.
Come spiega ancora l’esperta, l’idealizzazione dell’amore, che caratterizza la nostra storia e che passa attraverso le arti e la letteratura, fa sì che ancora troppo spesso intendiamo l’amore solo in termini romantici, impedendoci di identificare la tossicità di un rapporto prima che questo sfoci in malessere, o peggio, in “comportamenti criminali”.
“Sebbene non vi siano ancora dei criteri di diagnosi universalmente riconosciuti- ricorda la Gori – alcuni strumenti sono già disponibili ai professionisti che dovrebbero essere in grado di riconoscere i segni premonitori di questa ed altre patologie della mente, prima che queste diano luogo a situazioni limite e che dovrebbero sensibilizzare giovani e adulti all’arte di amare”, conclude l’esperta citando il noto libro Erich Fromm.
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