Ricerca: Patto scienza ai partiti, ‘affrontare carenza ricercatori ed esiguità fondi’
Roma, 29 ago. (Adnkronos Salute) – “Rapporti internazionali, ormai consolidati, dimostrano come la ricerca scientifica rappresenti un motore di crescita sociale ed economica oltre che culturale. Inoltre, nel settore biomedico, la ricerca ha prodotto straordinari avanzamenti nella prevenzione e nella cura di molte malattie, determinando un significativo miglioramento della qualità e della durata della vita”. Partendo da questa premessa, il Patto trasversale per la scienza (Pts), in collaborazione con altri ricercatori italiani come Silvio Garattini, presidente dell’Istituto Mario Negri, invita in una lettera tutti i partiti a “considerare il supporto alla ricerca scientifica come un elemento centrale dei programmi elettorali per le prossime elezioni politiche nazionali del 25 settembre 2022”.
Specificamente, si chiede ai partiti “quali siano i loro piani per affrontare due tra le maggiori criticità non più rimandabili della ricerca scientifica in Italia, pienamente congruenti con il finanziamento straordinario del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr): il numero insufficiente di ricercatori e l’esiguità dei fondi dedicati al finanziamento della ricerca e la loro gestione”. Due nodi mai sciolti.
Il Pts ricorda, inoltre, che “non esiste un coordinamento delle risorse nazionali per la ricerca che renda le procedure di assegnazione dei fondi agili, trasparenti e realmente competitive, come accade nei maggiori paesi occidentali con consolidate tradizioni di ricerca. Al riguardo, la proposta avanzata da molti ricercatori italiani di istituire un’Agenzia centrale della ricerca scientifica, sottratta alle regole della amministrazione pubblica e indipendente dalla pressione dei partiti politici, è stata accantonata dal governo adducendo l’ipotesi che essa aumenterebbe la burocrazia relativa alla gestione dei finanziamenti”.
“Al contrario – sottolinea il Patto, rivolgendosi ai partiti politici – un’Agenzia centrale della ricerca scientifica, governata in maniera autonoma e trasparente, snellirebbe la burocrazia legata all’eterogeneità degli enti finanziatori e aiuterebbe a ottimizzare e razionalizzare l’erogazione dei fondi per la ricerca”.
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