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Ricerca, Scorrano (Tor Vergata): “Dal Dna di 1.313 antenati l’evoluzione delle malattie infettive”

10 Luglio 2025

Roma, 10 lug. (Adnkronos Salute) – Tra i firmatari di un lavoro complesso capace di andare a ritroso nel tempo per millenni alla ricerca delle origini di agenti patogeni diffusi in determinate aree geografiche, pubblicato su ‘Nature’, c’è Gabriele Scorrano, docente di Antropologia al Dipartimento di Biologia dell’università di Roma Tor Vergata ed esperto di antropologia molecolare (paleogenomica). Le malattie infettive hanno avuto effetti devastanti sulle popolazioni umane nel corso della storia, ma le loro origini e dinamiche passate restano in gran parte poco comprese. “Grazie al sequenziamento su larga scala del Dna di 1.313 individui antichi, in un arco temporale di circa 37mila anni – spiega Scorrano – abbiamo rilevato la presenza diffusa di Dna antico appartenente a batteri, virus e parassiti. Tra questi, molti casi riguardano patogeni umani noti, molti dei quali non erano mai stati precedentemente identificati in resti umani antichi”.

Raggruppando le specie microbiche in base al probabile serbatoio e alla modalità di trasmissione – riporta una nota di Tor Vergata – il lavoro evidenzia che la maggior parte dei gruppi è presente lungo tutto il periodo di campionamento. I patogeni zoonotici (infezioni o malattie che possono essere trasmesse direttamente o indirettamente tra gli animali e l’uomo) invece compaiono solo a partire da circa 6.500 anni fa, raggiungendo un picco intorno a 5mila anni fa, in coincidenza con l’ampia diffusione della domesticazione del bestiame: una prova diretta che questo cambiamento nello stile di vita ha contribuito all’aumento del carico di malattie infettive. “I dati – sottolinea Scorrano – indicano inoltre che la diffusione di questi patogeni aumentò significativamente nei millenni successivi, parallelamente alle migrazioni pastorali provenienti dalla steppa eurasiatica”.

Il lavoro di coordinamento e produzione di parte dei dati genetici presentati nell’articolo, svolto dal docente, ha permesso di ricostruire con maggiore precisione le dinamiche evolutive, le interazioni tra gli esseri umani e i patogeni nel corso di oltre 37mila anni di storia eurasiatica.

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