‘Ritocchi’ al viso dal dentista, medici estetici: ‘ministero faccia chiarezza’
Roma, 12 mag. (Adnkronos Salute) – “Mi sembra assurdo che un provvedimento come questo venga adottato senza sentire le società scientifiche di medicina estetica, che la praticano da quasi 50 anni, e senza tenere conto dei due precedenti pareri di Istituto superiore di sanità e Consiglio superiore di sanità. Terremo un Consiglio direttivo sul tema, ci consulteremo con le altre società scientifiche, e chiederemo chiarimenti al ministero della Salute e al Css, nell’esclusivo interesse del paziente, poiché queste terapie fatte da professionisti non istruiti e preparati ad hoc possono fare danni”. Così il presidente della Società italiana di medicina estetica (Sime), Emanuele Bartoletti, commenta all’Adnkronos Salute l’ok del Consiglio dei ministri al ddl Semplificazioni che, tra le altre misure di sanità, prevede che gli odontoiatri possano effettuare anche attività di medicina estetica non invasiva o mininvasiva in specifiche parti del viso.
Bartoletti – sottolineando come il tema sarà “sicuramente” oggetto di dibattito al Congresso nazionale Sime, in programma a Roma dal 19 al 21 maggio – ricorda che i due pareri precedenti di Iss e Css in materia limitavano l’attività degli odontoiatri in medicina estetica soltanto alla regione peri-buccale, e poi anche alla regione mandibolare, ma sempre in pazienti che erano già in cure odontoiatriche. Ovvero il paziente non poteva andare dal dentista solo per fare un ‘ritocco’, ma “doveva essere una rifinitura delle procedure di odontoiatria estetica, che – osserva Bartoletti – in fin dei conti poteva rientrare nel loro campo di azione. Infatti all’epoca non ci siamo opposti”.
Il problema si pone invece oggi – spiega – perché si estende l’attività a tutto il ‘terzo superiore’, cioè a un’area anatomica che comprende anche fronte, palpebre, sopracciglia. Zone cioè dove si praticano terapie di medicina estetica che possono anche essere ablative, come la blefaroplastica non chirurgica”. Per questo la Sime, riferisce il suo presidente, “porterà il problema nelle sedi competenti, cioè ministero della Salute e Css, per chiedere chiarimenti, a partire da quali debbano essere le competenze richieste agli odontoiatri”.
“Tutto questo non perché i dentisti ci tolgano pazienti, ma – ribadisce Bartoletti – nel solo interesse del paziente, perché anche trattamenti mininvasivi e non invasivi possono fare danni: pensiamo al botox o ai filler che, se applicati da chi non conosce bene l’anatomia vascolare, possono dare necrosi cutanee e problemi non indifferenti. Non solo: alcune complicanze, se non conosciute, riconosciute e trattate in maniera repentina, possono lasciare danni permanenti”.
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