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Salute: 100mila bimbi italiani di 6-9 anni obesi o sovrappeso, nasce Osservatorio

2 Maggio 2022

Milano, 2 mag. (Adnkronos Salute) – “I numeri della malnutrizione infantile in Italia sono allarmanti. Secondo l’ultimo report sulla malnutrizione infantile condotto da Helpcode”, organizzazione no profit impegnata a livello internazionale per i diritti e il benessere dell’infanzia, “un terzo dei bambini italiani nella fascia d’età 6-9 anni è obeso o in sovrappeso, per un totale di circa 100mila bambini, con una netta prevalenza dei maschi (21%) sulle femmine (14%). Un problema sanitario dagli enormi costi sociali ed economici”, afferma Giorgio Zagami, presidente di Helpcode Italia che con Fimp (Federazione italiana medici pediatri), Irccs Gaslini e università degli Studi di Genova ha sviluppato Onoi, Osservatorio dell’obesità infantile in Italia: un questionario diffuso dai pediatri alle famiglie assistite, che ha l’obiettivo di descrivere e analizzare lo stato nutrizionale dei bimbi del Paese.

Nel corso del 2022 – spiega una nota – i genitori saranno invitati a compilare un questionario online in cui indicare le abitudini alimentari e di vita dei figli (tra cui il consumo della prima colazione, gli alimenti privilegiati e il tempo dedicato all’attività fisica), contribuendo a sviluppare una ricerca sulla relazione tra la salute alimentare e lo stile di vita dei bambini. I promotori puntano “raccogliere circa 50mila questionari, utili a delineare la situazione dell’obesità e del sovrappeso in età infantile” a livello nazionale, e a “indagare le eventuali correlazioni con gli stili di vita”, precisa Zagami.

“Questo importante progetto consentirà di avere fondamentali informazioni per mettere in atto una più mirata prevenzione dell’obesità infantile – sottolinea Giuseppe Di Mauro, segretario nazionale alle attività scientifiche ed etiche della Fimp – Riusciremo a individuare i momenti critici della crescita in cui più frequentemente si manifesta l’obesità e potremo attuare specifici programmi di prevenzione”. Non solo. “Avremo anche la possibilità di conoscere quanto la dieta mediterranea sia seguita dai bambini italiani e quali siano le loro più frequenti cattive abitudini – evidenzia il presidente Fimp, Antonio D’Avino – La correzione dei comportamenti errati, attraverso programmi educativi innovativi da parte del pediatra di famiglia, potrà rappresentare la strategia vincente non solo per la riduzione dell’obesità infantile, ma anche per la prevenzione di malattie croniche dell’età adulta”.

“Lo studio insieme a Fimp e Helpcode – rimarca Mohamad Maghnie, direttore Clinica pediatrica Istituto Gaslini – permetterà di analizzare i dati sulle abitudini alimentari e dell’indice di massa corporea (Bmi) di un’ampia coorte di bambini e adolescenti” italiani “in un periodo particolarmente critico come quello in corso della pandemia di Covid-19”, dopo che recenti dati americani suggeriscono “un aumento dell’obesità pediatrica a causa della pandemia. Allo stesso modo – aggiunge lo specialista – abbiamo osservato nel nostro Paese durante la pandemia modifiche dello stile di vita e delle abitudini alimentari, la riduzione dell’attività sportiva/sedentarietà, un maggiore tempo speso di fronte a Tv, smartphone e cambiamenti delle ore/ritmo del sonno e della povertà”.

L’Italia – ricorda la nota – è uno dei Paesi d’Europa con il più alto tasso di obesità infantile: stando all’ultimo report di ‘Okkio alla salute’ del ministero della Salute, su un campione di 50mila bambini di terza elementare, il 20,4% è in sovrappeso e il 9,4% è obeso. Una patologia, l’obesità, che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica nel mondo, soprattutto tra i bambini e i giovani.

Per l’Oms la malattia ha un impatto negativo sullo stato di salute generale della popolazione, sia in età giovanile che in età adulta. Inoltre, diversi studi hanno evidenziato che l’obesità aumenta anche il rischio di complicanze e morte in persone affette da Covid-19 e quindi può giocare un ruolo anche negli sviluppi delle patologie infettive. In molti casi, infine, l’obesità è associata a disuguaglianze socio-economiche e riguarda in maggior misura le classi sociali più svantaggiate, particolarmente vulnerabili alle influenze dell’ambiente e tendenti a stili di vita meno salutari.

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