Salute: al Niguarda nuovo cuore artificiale, primo impianto in Lombardia
Milano, 15 gen. (Adnkronos Salute) – Impiantato per la prima in Lombardia un cuore artificiale di ultima generazione, munito di valvole biologiche, che va a sostituire totalmente il cuore con funzioni molto vicine a quelle fisiologiche. Il nuovo dispositivo, che riproduce esattamente l’attività dell’organo originario e si adatta automaticamente all’attività fisica del paziente, è stato utilizzato nei giorni scorsi all’ospedale Niguarda di Milano – informa oggi l’Asst Grande ospedale metropolitano – per trattare un malato di scompenso cardiaco grave con disfunzione del ventricolo sinistro e destro, da diversi mesi in lista d’attesa per un trapianto di cuore. L’intervento è stato eseguito con successo dall’équipe di Cardiochirurgia e Trapianto di cuore diretta da Claudio Russo, supportata dallo staff di Anestesia e Rianimazione cardiotoracovascolare diretto da Michele Mondino. Il nuovo device permetterà al paziente di affrontare con una migliore qualità di vita il periodo che lo separa dal trapianto di cuore.
Il cuore artificiale di nuova generazione – spiegano da Niguarda – sostituisce totalmente il cuore nativo che viene rimosso con un intervento cardiochirurgico in circolazione extracorporea. Il dispositivo è formato da una camera ventricolare sinistra e una ventricolare destra, a differenza dei sistemi di assistenza Vad (Ventricular Assist Device) usati normalmente, che sono pompe a turbine miniaturizzate in grado di fornire un flusso sanguigno di tipo continuo (costante, senza una sistole e una diastole), con funzione di supporto pressoché esclusivo al ventricolo sinistro. Il nuovo cuore artificiale, con le sue 4 valvole biologiche che corrispondono alle valvole tricuspide, polmonare, mitrale e aorta del cuore nativo, è in grado invece di generare un flusso fisiologico di tipo pulsato, cioè con una pressione sistolica e una diastolica, come quello garantito in natura dal cuore.
“Questa caratteristica – sottolinea Russo – mette al riparo da tutte le possibili complicanze del flusso continuo. Inoltre, il cuore artificiale a valvole biologiche è dotato di sensori che permettono un adattamento dell’attività in base alle richieste dell’organismo, così come succede nel cuore nativo. Tra i vantaggi di questo nuovo device rientrano anche le superfici interne totalmente rivestite di membrane biologiche che richiedono bassi livelli di terapia anticoagulante con un ridotto rischio di complicanze correlate”.
L’intervento per l’impianto del nuovo dispositivo è una procedura piuttosto complessa, evidenziano da Niguarda, perché richiede la totale rimozione del cuore nativo che viene sezionato a livello delle valvola tricuspide e mitrale. “La tecnica deve essere estremamente accurata per evitare qualsiasi rischio di emorragia”, puntualizza Russo. Dopo avere completato le suture il sistema viene attivato, sospendendo la circolazione extracorporea. L’attivazione è di tipo elettromagnetico e l’energia, così come anche nei Vad, viene fornita tramite un cavo percutaneo che dall’esterno alimenta il sistema, totalmente alloggiato nel torace al posto del cuore nativo.
“Questo tipo di device rappresa un passo in avanti per migliorare la condizioni di chi va incontro a uno scompenso cardiaco biventricolare, tale da rendere necessario un trapianto cardiaco, ma che proprio per la compromissione di entrambi i ventricoli non può giovarsi dell’impianto di un Vad”, rimarcano gli esperti, ricordando che “la carenza di organi da trapiantare purtroppo allunga notevolmente il periodo di attesa per questi pazienti”.
“Si consideri che l’attesa media in lista ordinaria per trapianto di cuore in Italia è di circa 3 anni – rammenta Russo – e una tecnologia che mima da vicino la fisiologia cuore può aiutare a portare nelle migliori condizioni possibili i pazienti ad affrontare il trapianto. L’auspicio è che in un futuro prossimo l’impiego del cuore artificiale possa perfezionarsi e divenire una soluzione alternativa definitiva al trapianto di cuore, in particolare per quelle categorie di malati con disfunzione cardiaca biventricolare e con controindicazioni (per età o malattie associate) al trapianto di cuore”, conclude lo specialista.
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