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Salute: da occhiali a protesi udito, ausili per 1 italiano su 2 ma 9% rimborsato

12 Maggio 2022

Roma, 12 mag. (Adnkronos Salute)() – Dagli occhiali agli apparecchi acustici, dai portapillole allo smartphone, fino a bastoni e stampelle. Un italiano su 2 (51%) fa uso di ausili nella vita di tutti i giorni, circa la metà si dice soddisfatto dell”aiuto’ che ne riceve mentre, rispetto all’esborso economico che essi comportano, solo l’8,8% risulta finanziato dalla sanità pubblica a fronte del 76,5% pagato con mezzi propri. E’ quanto emerge dall’indagine ‘rapid Assistive Technology Assessment’ (rATA), condotta su un campione di 10.176 italiani, affidata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) a un consorzio di enti composto da Istituto superiore di sanità (Iss), Aias Bologna onlus, Fondazione Censis e Rete nazionale dei centri ausili (Glic).

Al primo posto, nella graduatoria dei 20 ausili più adoperati – si legge in una nota Iss – quelli per la vista (usati dal 47% del totale del campione e dal 92% degli utenti), poi gli ausili per la mobilità (11%), quelli per le difficoltà cognitive (7%), per i problemi di udito (5%), per le difficoltà della vita quotidiana (4%) e per quelle nella comunicazione (0,9%). E ancora, nel dettaglio: il 34,7% del totale degli intervistati utilizza soltanto gli occhiali, che rappresentano l’ausilio più diffuso. La quota maggiore di chi si serve di ausili (71,7%) ne usa uno solo, l’11, 5% due e il 5,7% più di cinque. Relativamente agli strumenti adoperati, tra coloro che dichiarano di utilizzare in aggiunta agli occhiali altri ausili (il 9,8% degli intervistati), si trovano i portapillole (3,9%), le lenti di ingrandimento (3,2%), varie tipologie di bastoni (2,8%), lo smartphone (2,7%), le calzature speciali (2,6%), le protesi acustiche (2,4%) e le stampelle (2%). Gli altri – prodotti per l’incontinenza, maniglioni di sostegno, materassi antidecubito, busti o corsetti, sedie per doccia etc. – sono sotto al 2%.

“La quota di chi indica difficoltà nel quotidiano – spiega Mauro Grigioni, direttore del Centro nazionale di tecnologie innovative per la salute pubblica che, insieme al Centro nazionale malattie rare, ha condotto la ricerca per conto dell’Iss – sale ovviamente al crescere dell’età: infatti, a partire dai 70 anni gli utilizzatori di ausili diversi dagli occhiali salgono rispetto alla media del campione (16,3%), rispettivamente del 20% tra i 70-79enni e del 41,4% tra chi ha più di 80 anni. Inoltre, è sempre più evidente che le tecnologie digitali di largo uso come smartphone e tablet non solo sono a tutti gli effetti considerati ausili, ma sono anche tra le soluzioni più diffuse tra chi ha difficoltà funzionali o disabilità”.

Dall’indagine emerge poi che i bisogni soddisfatti (met need) da chi utilizza gli ausili riguardano il 45,9% (su 51%) degli intervistati; il 6,8%, al contrario, ritiene di avere bisogno di un ausilio ma non lo possiede (unmet need), oppure ha necessità di cambiare quello in uso. I bisogni non soddisfatti salgono al 14% tra coloro che hanno molte difficoltà e al 12,5% tra chi ha difficoltà molto gravi. Di poco più elevata la quota di intervistati che indica bisogni non soddisfatti al Sud (7,9%) e al Centro (7,4%). Inoltre, chi ha affermato di essere insoddisfatto o di avere la necessità di sostituire l’ausilio (ad esclusione degli occhiali) ha indicato soprattutto gli apparecchi acustici (7,7%), i portapillole (6,3%), gli smartphone e tablet (5,5%) e i segnalatori d’allarme.

L’indagine ha approfondito anche la soddisfazione rispetto all’adeguatezza degli ausili nei contesti di vita e nelle attività, da cui risulta un’alta percentuale di giudizi positivi: l’81% è soddisfatto in ambiente domestico, il 78% relativamente alla partecipazione ad attività, il 76,6% in ambiti pubblici.

Per quanto riguarda invece il percorso di fornitura degli ausili, più della metà degli utilizzatori ha espresso un giudizio positivo in merito alla valutazione e all’addestramento all’uso (58,4%). Poco più di un terzo risulta soddisfatto per i servizi di manutenzione e riparazione (39,4%).

Considerando il totale degli ausili, l’8,8% risulta finanziato dalla sanità pubblica, a fronte del 76,5% pagato con mezzi propri. Sono soprattutto i prodotti per migliorare la vista a risultare a totale carico degli utilizzatori (solo l’1,8% menziona il soggetto pubblico), mentre per le altre tipologie di ausilio il dato appare più elevato: sono infatti pagati dal Servizio sanitario nazionale il 28% dei prodotti per la mobilità personale, il 24,7% degli ausili per la cura di sé e lo svolgimento delle attività quotidiane, il 20% degli ausili per migliorare l’udito e il 7,7% di quelli per le funzioni cognitive.

Gli intervistati sono stati 10.176, di cui 4.870 (47.9%) maschi e 5.300 (52,1%) femmine, distribuiti tra le diverse aree del paese (Nord Est, Nord Ovest, Centro e Sud) e in diversi contesti abitativi (urbano e rurale, piccole e grandi città). Il campione è stato reclutato in modo casuale tra la popolazione generale.

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