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Salute, Ferrara (Sip): “Enuresi non è un capriccio, serve nuova cultura clinica”

30 Maggio 2025

Roma, 29 mag. (Adnkronos Salute) – “L’enuresi non è una colpa né un capriccio. E’ un disturbo vero e proprio, che colpisce migliaia di bambini in Italia e che, ancora oggi, viene spesso ignorato, sottovalutato o stigmatizzato. Serve una nuova cultura clinica e sociale su questo problema, perché troppo spesso i piccoli pazienti vengono lasciati soli, senza diagnosi né trattamento”. Lo ha detto Pietro Ferrara, vicepresidente della Società italiana di pediatria (Sip) e responsabile del Centro per la cura dell’enuresi e dei disturbi minzionali presso il Campus Bio-Medico di Roma, intervenendo all’80° Congresso nazionale Sip, in corso a Napoli.

“Il numero di bambini affetti è altissimo: oltre i 5 anni il disturbo interessa circa il 10-15% dei bambini, con conseguenze importanti anche a livello psicologico, comportamentale e sociale – ha spiegato Ferrara – Non si tratta di bambini pigri o distratti, ma di una condizione medica con basi multifattoriali, spesso legata a ritardi nella maturazione vescicale, familiarità genetica, disturbi del sonno o fattori psicologici”. Secondo Ferrara, uno dei problemi principali è la scarsa consapevolezza degli adulti, che tendono ad attribuire l’enuresi a una mancanza di volontà o a problemi educativi. “In alcuni casi, anche in Italia, i bambini vengono puniti, convinti che facciano apposta. E’ inaccettabile – ammonisce il pediatra – Serve invece comprensione, diagnosi tempestiva e trattamento adeguato”. Si può partire dal correggere alcune abitudini quotidiane. “Bisogna limitare l’assunzione di liquidi nelle ore serali – elenca Ferrara – stabilire orari regolari per urinare durante la giornata, evitare minestre e brodi la sera, che aumentano l’apporto di sodio e calcio, e soprattutto trattare la stitichezza, che può aggravare l’enuresi”.

A tale proposito, ha annunciato Ferrara, la Sip si impegnerà, nei prossimi mesi, a diffondere linee guida aggiornate tra i pediatri di libera scelta, a promuovere campagne di sensibilizzazione nelle scuole e tra le famiglie e a favorire la nascita di centri specializzati su tutto il territorio nazionale. “E’ ora di superare lo stigma – conclude – I bambini con enuresi hanno bisogno di essere capiti, non giudicati. E soprattutto, devono poter accedere a cure adeguate, ovunque si trovino”.

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