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Salute: generazione Z, dal cibo ai social 2 mln adolescenti a rischio dipendenze

28 Marzo 2023

Milano, 28 mar. (Adnkronos Salute) – Social – fra sfide e sexting – videogiochi online, cibo. La mappa delle dipendenze comportamentali della ‘Generazione Z’ è affollata di insidie. E quasi 2 milioni di 11-17enni italiani risultano esposti: oltre 1 milione e 150mila sono a rischio di dipendenza da cibo, quasi 500mila potrebbero avere una dipendenza da videogiochi mentre quasi 100mila presentano caratteristiche compatibili con la presenza di una dipendenza da Social media. E proprio i teenager che presentano rischio maggiore sono quelli che maggiormente dichiarano di avere difficoltà a parlare con i propri genitori di cose che li preoccupano. La fotografia emerge dal maxi studio ‘Dipendenze comportamentali nella Generazione Z’, frutto di un accordo tra il Dipartimento Politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri e il Centro nazionale dipendenze e doping dell’Istituto superiore di sanità, presentato oggi con un convegno nella sede dell’Iss.

Sono stati intervistati nell’autunno del 2022 più di 8.700 studenti tra gli 11 e i 17 anni, 3.600 circa delle scuole secondarie di primo grado e 5.100 circa delle secondarie di secondo grado, su tutto il territorio nazionale, selezionati in modo da avere un campione rappresentativo della popolazione. La survey ha approfondito anche la relazione tra genitori e figli, invitando a partecipare tutti i genitori delle scuole medie che avevano aderito allo studio, e sono stati raccolti 1.044 questionari. L’indagine – realizzata con Explora ricerca e analisi statistica – ha focalizzato l’attenzione anche sulle caratteristiche dei ragazzi con un profilo di rischio (tratti di personalità; dimensione relazionale; contesto famigliare, scolastico e sociale; qualità del sonno) e comportamenti legati all’utilizzo di internet, quali sfide social (social challenges), doxing, sexting e morphing.

Il 2,5% del campione presenta caratteristiche compatibili con la presenza di una dipendenza da social media (circa 99.600 studenti), percentuale che nel genere femminile raggiunge il 3,1% nelle studentesse di 11-13 anni e il 5,1% nelle studentesse di 14-17 anni. Gli studenti a rischio nella fascia 11-13 anni hanno 10,1 volte in più di probabilità di avere una ansia sociale grave o molto grave e 5,5 volte in più di presentare un carattere di alta impulsività. E’ una dipendenza che spinge a frequentare compulsivamente canali social (Facebook, Instagram, Tik Tok, Twitch eccetera) in maniera incontrollata tanto da compromettere altri ambiti di vita quotidiana.

I ragazzi nel mondo virtuale si misurano in sfide social che spesso vengono filmate per essere pubblicate, alcune sono divertenti ma altre sono molto pericolose. Fra i comportamenti che espongono a rischi c’è il ‘doxing’ (diffondere pubblicamente online informazioni come foto, video o altri dati personali riguardanti una persona, di solito con intenzioni spiacevoli), il ‘Morphing’, la tendenza a modificare la propria immagine utilizzando app per migliorare il proprio aspetto e nascondere eventuali difetti, il sexting, l’invio o ricezione di messaggi, video e foto personali a sfondo erotico. E poi c’è il capitolo Internet gaming disorder: il rischio di disturbo da uso di videogiochi vede coinvolto il 12% degli studenti (circa 480.000 studenti italiani).

Se sul fronte della dipendenza dai social sono le ragazze a prevalere, nel caso della dipendenza da videogiochi è il genere maschile il più colpito, con la percentuale che arriva al 18% negli studenti maschi delle secondarie di primo grado e al 13,8% negli studenti delle superiori (contro il 10,8% nelle scuole medie e il 5,5% nelle scuole superiori per le femmine). Rispetto all’età, la percentuale di rischio maggiore di dipendenza dai videogiochi si rileva nelle scuole medie con il 14,3% dei ragazzi a rischio, mentre il dato scende al 10,2% alle superiori. I fattori associati sono la depressione moderatamente grave o grave, con un rischio di 5,54 volte maggiore nei ragazzi di 11-13 anni e 3,49 nei ragazzi 14-17 anni e un’ansia sociale grave o molto grave, con un rischio di 3,65 volte maggiore rispetto alla media nei ragazzi di 11-13 anni e 5,80 nei ragazzi 14-17 anni.

Fra le dipendenze comportamentali ha un peso molto elevato la Food Addiction. Il rischio di dipendenza da cibo coinvolge 1.152.000 studenti circa tra gli 11 e i 17 anni, di cui più di 750.000 sono femmine (271.773 delle scuole medie e 485.413 delle superiori). Il 13,1% (circa 523.000) presenta un rischio lieve; il 6,4% (circa 256.000) un rischio moderato e il 9,3% (più di 373.000) presenta un rischio grave. Chi presenta un rischio di food addiction grave nel campione 11-13 anni ha 11,62 volte in più la probabilità di avere una depressione moderatamente grave o grave; 6,55 volte di presentare una depressione moderata; 4,43 volte di presentare ansia moderata e 2,39 volte di avere depressione lieve.

Lo studio indaga sul rapporto con i genitori e rileva che gli studenti di 11-13 anni con un rischio di Social media addiction dichiarano una difficoltà comunicativa nel 75,9% dei casi (questa percentuale scende al 40,5% in chi non presenta il rischio); fra chi presenta un rischio di Internet gaming disorder la difficoltà comunicativa con i genitori viene dichiarata nel 58,6% (contro 38,3% di chi non lo presenta); e nel 68,5% fra chi presenta una food addiction grave (vs il 34,4% di chi non ha nessuna food addiction). Tra i genitori che dichiarano di “non osservare problematiche nei figli legate all’uso rischioso dei videogiochi” c’è in realtà un 8,6% che presenta un figlio con rischio di gaming addiction. Addirittura, tra i genitori che dichiarano che il figlio “non gioca”, si riscontra il 3,7% di casi di ragazzi a rischio gaming addiction. Anche tra i genitori che “non osservano comportamenti di assunzione incontrollata di cibi poco salutari nei loro figlio” si ritrova quasi un 20% di ragazzi con food addiction (9,1% lieve; 5,5% moderata; 5,2% grave). Di contro, tra i genitori che rilevano gaming addiction o dipendenza da cibo nel figlio c’è una sovrastima del problema.

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