Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

Salute, i rischi causati da milza ingrossata nelle neoplasie mieloproliferative

18 Giugno 2022

Roma, 18 giu. (Adnkronos Salute) – Sono patologie onco-ematologiche rare croniche ad andamento progressivo e generalmente lento, ma con sintomi e complicanze importanti, come la trombosi; in alcuni pazienti possono evolvere in altre malattie del sangue, quali la leucemia acuta. Sono le neoplasie mieloproliferative, un gruppo di malattie caratterizzate dal cattivo funzionamento delle cellule che danno vita ai globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Si chiamano cellule ematopoietiche staminali e la presenza di alcune mutazioni fa sì che il loro comportamento sia alterato. Una possibile conseguenza è la moltiplicazione delle cellule ematopoietiche nella milza e nel fegato. Ecco perché spesso queste patologie causano splenomegalia, cioè un aumento delle dimensioni della milza. È quanto riporta un articolo pubblicato su ‘Alleati per la Salute’ (www.alleatiperlasalute.it ) il portale dedicato all’informazione medico-scientifica realizzato da Novartis.

Aumentando di volume, in particolare nelle fasi più avanzate della malattia, la milza può fare pressione su stomaco e intestino dando un senso di pesantezza o discomfort, sazietà precoce o dolori all’addome, digestione difficile e irregolarità della funzione intestinale (diarrea e stitichezza). A volte è possibile avere anche disturbi urinari, difficoltà a trovare una posizione da sdraiati o da seduti, difficoltà a piegarsi, gambe gonfie e tosse secca. L’esame che viene eseguito per valutare le dimensioni della milza è l’ecografia completa dell’addome.

È possibile ricorrere alla terapia farmacologica. Come prima scelta, c’è la chemioterapia. Sono poi anche disponibili dei farmaci mirati, gli inibitori selettivi delle proteine JAK1 e JAK2, che risultano iper-attivate nelle neoplasie mieloproliferative. Se le terapie falliscono e i sintomi sono particolarmente gravi, si può pensare all’asportazione chirurgica della milza (splenectomia) o la radioterapia a basse dosi di radiazioni che ne riduce le dimensioni.

Anche la dieta può aiutare nella gestione delle neoplasie mieloproliferative e ridurre alcuni sintomi – si legge nell’articolo – ma non incide direttamente sulla progressione delle malattie. È comunque importante mangiare in modo sano ed equilibrato, cercando soprattutto di limitare carni rosse e formaggi, preferendo pesci magri, legumi e prodotti con pochi grassi animali, per ridurre il colesterolo cattivo e migliorare la salute cardiovascolare. Se si è sottoposti a chemioterapia o se si sta perdendo peso, è importante discutere dell’alimentazione migliore da seguire con il proprio medico per evitare il rischio di malnutrizione.

L’articolo completo è disponibile su: https://www.alleatiperlasalute.it/alla-scoperta-di/la-milza-ingrossata-quali-rischi

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

Dal ginocchio valgo al piede piatto, i difetti nei bimbi: cosa fare e quando preoccuparsi

03 Maggio 2024
Roma, 2 mag. (Adnkronos Salute) – Ginocchio valgo, displasia dell’anca, piede torto congenito, mo…

Sanità: Time, 3 italiani all’estero tra persone più influenti del settore

03 Maggio 2024
Milano, 3 mag. (Adnkronos Salute) – Ci sono anche 3 cervelli italiani all’estero, due donne e un …

Sanità: Save the Children, quasi 1 bimbo su 5 nasce nel 2024 senza cure mediche

03 Maggio 2024
Milano, 3 mag. (Adnkronos Salute) – Quasi un bambino su cinque (17,9%) nato quest’anno verrà al m…

Il 5 maggio Giornata igiene mani, Oms ‘salva milioni di vite all’anno’

03 Maggio 2024
Milano, 3 mag. (Adnkronos Salute) – “Salva delle vite: cura l’igiene delle mani”. E’ l’appello de…

LEGGI GRATIS La Ragione

GUARDA i nostri video

ASCOLTA i nostri podcast

REGISTRATI / ACCEDI

Exit mobile version