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Salute: Iss, depressione per il 6% degli adulti ma in anziani arriva fino al 30%

6 Ottobre 2023

Roma, 6 ott. (Adnkronos Salute) – Depressione male diffuso tra gli italiani, soprattutto per i più anziani, in particolare se vulnerabili sul piano socio-economico. Il 6% della popolazione adulta riferisce sintomi depressivi, ma tra gli anziani la stima è del 9%, che arriva fino al 30% tra quelli con difficoltà economiche. E’ quanto emerge da un’analisi fatta in occasione della Giornata mondiale della salute mentale, in calendario del 10 ottobre, basata sui numeri delle sorveglianze Passi e Passi d’Argento (PdA) coordinate dall’Istituto superiore di sanità e raccolti nel 2021-2022. Due programmi che rilevano in continuo informazioni sulla popolazione adulta (18-69) e anziana (65+) rispetto a salute, qualità di vita e fattori di rischio comportamentali e, attraverso interviste telefoniche, indagano anche sui bisogni di cura e assistenza.

In entrambe le fasce d’età analizzate, avere sintomi depressivi è più frequente tra i gruppi più vulnerabili per condizioni di salute e tra chi riporta uno svantaggio socio-economico. Tra gli adulti, i sintomi depressivi arrivano all’8% fra le donne, all’11% tra le persone che hanno un basso livello di istruzione, al 17% tra chi riporta difficoltà economiche e al 9% tra chi vive una condizione precaria in ambito lavorativo. Tra le persone affette da patologia cronica, la stima raggiunge il 12%. Tra gli over 65enni i sintomi depressivi raggiungono il 14% dopo gli 85 anni e il 19% tra chi riferisce due o più patologie croniche. Una discreta quota di persone con sintomi depressivi non chiede aiuto: il 28% tra gli adulti e il 38% tra gli anziani, e chi lo fa si rivolge soprattutto ai propri familiari o amici.

Per gli esperti dell’Iss, cruciale abbattere lo stigma che circonda la depressione e altre malattie mentali. La consapevolezza pubblica e l’istruzione sono fondamentali per far sì che le persone capiscano che la depressione è una malattia reale, non una debolezza o una mancanza di volontà. E’ essenziale creare un ambiente in cui le persone si sentano sicure e confortevoli nel chiedere aiuto, sia esso ai familiari, agli amici o ai professionisti della salute mentale.

La salute mentale – rimarca l’Iss – rimane una componente fondamentale per il benessere generale delle persone e per la piena realizzazione personale e poter contribuire alla vita della comunità. La salute percepita risulta infatti fortemente associata alla presenza di sintomi depressivi: fra le persone anziane con sintomi depressivi il 40% considera che la propria salute vada male o molto male, contro il 5% di chi non li ha. Nella popolazione adulta, che mediamente riferisce un miglior stato di salute, la differenza rimane ugualmente molto significativa: chi ha sintomi depressivi riferisce nel 24% dei casi un cattivo stato di salute, mentre questa percentuale si riduce a circa il 2% fra chi non li ha.

Determinanti di salute, come il livello di istruzione e la condizione socioeconomica, sono dei fattori di rischio riconosciuti dall’Organizzazione mondiale della sanità e che trovano conferma anche nei dati di Passi e PdA. “E’ essenziale – indica l’Iss – intervenire con misure preventive e interventi tempestivi nei gruppi più vulnerabili, al fine di migliorare il benessere mentale della popolazione. Queste azioni non riguardano solo il campo sanitario, ma richiedono un approccio integrato che coinvolge le politiche del lavoro, dell’istruzione, del welfare e della giustizia, insieme a tutte le sfere delle politiche sociali in generale. Investire in interventi sulla salute mentale è fondamentale per contribuire allo sviluppo umano, personale e collettivo. La nostra Costituzione difende il diritto alla salute, e la salute mentale non può rimanerne esclusa”.

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