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Sanità: alert Ecdc su epidemia di shigellosi, 258 casi e rischio moderato

17 Febbraio 2023

Milano, 17 feb. (Adnkronos Salute) – Un’epidemia di shigellosi, infezione gastrointestinale causata da batteri della specie Shigella, sta crescendo fra Europa e Usa con 258 casi (221 confermati e 37 sospetti) registrati al 16 febbraio in 10 Paesi di Unione europea/Spazio economico europeo (Ue/See), nel Regno Unito e negli Usa. L’alert arriva dall’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.

“Da settembre 2022 – informa l’Ecdc che ha condotto una valutazione rapida del rischio, classificato per ora come moderato – è stato segnalato un aumento del numero di casi di shigellosi, causati principalmente da Shigella sonnei, tra i viaggiatori di ritorno da Capo Verde in Ue/See, Uk e Stati Uniti. L’epidemia si è evoluta rapidamente a novembre-dicembre. Non sono ancora state identificate possibili modalità di infezione o esposizione comune – spiega l’agenzia – ma sono in corso indagini a Capo Verde. Sono diverse le vie di trasmissione sono plausibili: la più probabile è attraverso alimenti o tramite operatori del settore alimentari infettati” dal batterio. “Tuttavia – si precisa – è possibile anche una trasmissione da persona a persona”.

Il ceppo S. sonnei responsabile dell’epidemia mostra “una resistenza prevista a trimetoprim e streptomicina”, farmaci antibiotici, “ma in alcuni casi è stata rilevata anche una resistenza multifarmaco”. In base ai dati disponibili, l’Ecdc riferisce che “molti dei contagiati hanno soggiornato in hotel all-inclusive situati nella regione di Santa Maria” a Capo Verde, “sull’isola di Sal. I casi più recenti sono stati segnalati in Svezia il 19 gennaio”, precisa l’agenzia che avverte su “un rischio moderato di nuove infezioni tra i viaggiatori diretti a Capo Verde, in particolare tra chi soggiorna nella regione di Santa Maria sull’isola di Sal”.

Tra i Paesi in cui, al 16 febbraio, sono stati registrati casi di shigellosi non compare l’Italia. Le infezioni sono state riportate finora in Ue/See da Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo e Svezia, per un totale di 159 casi (122 confermati e 37 sospetti), concentrati soprattutto tra Paesi Bassi, Svezia e Francia. Il Regno Unito ha segnalato 95 casi, tutti confermati; gli Usa 4, confermati.

L’Ecdc incoraggia le autorità competenti dei Paesi Ue/See a “sensibilizzare gli operatori sanitari sulla possibilità di infezioni da Shigella tra le persone che si sono recate di recente a Capo Verde – si legge nella nota – Insieme all’Organizzazione mondiale della sanità Europa, l’agenzia è in contatto regolare con le autorità di Capo Verde per supportate le indagini sulle fonti di infezione e aumentare la consapevolezza tra gli operatori sanitari del Paese” africano.

“La shigellosi – ricorda l’Ecdc – è un’infezione gastrointestinale causata da una delle quattro specie di batteri Shigella: Shigella sonnei, S. flexneri, S. boydii e S. dysenteriae. Gli esseri umani sono i principali serbatoi di Shigella”. L’infezione si contrae “per contatto orale con materiale contaminato da feci, attraverso il contatto diretto da persona a persona, attraverso cibo o acqua contaminati, attraverso oggetti che sono stati a contatto con le feci. La quantità di batterio necessaria per provocare l’infezione è piccola, il che aumenta la trasmissibilità”.

“Le epidemie legate al cibo – osserva l’agenzia – sono spesso legate a operatori del settore alimentare che si sono infettati e contaminano cibi pronti come le insalate. L’infezione trasmessa dall’acqua può verificarsi se l’acqua potabile o a uso ricreativo”, tipo piscine o terme, “è contaminata con le feci di una persona infetta. E’ importante lavarsi le mani con acqua e sapone – raccomanda l’Ecdc – soprattutto dopo essere stati in bagno e prima di preparare o mangiare cibo. E’ importante anche prestare ulteriore attenzione a cibo e acqua quando si viaggia all’estero”.

“Non esiste ad oggi un vaccino per prevenire l’infezione da Shigella”, precisa l’agenzia. “Le persone affette da shigellosi – rimarca l’Ecdc – non dovrebbero frequentare la scuola, maneggiare cibo o assistere bambini e malati mentre l’infezione è in corso. I bimbi di età inferiore ai 5 anni, gli operatori del settore alimentare e il personale sanitario devono rimanere a casa per 48 ore dopo la scomparsa dei sintomi”.

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