Sanità: da kit chirurgici a lenzuola, si rischia stop per costi sestuplicati
Roma, 29 ago. (Adnkronos Salute) – Dal noleggio alla sanificazione della biancheria negli ospedali, lenzuola in primis, alle divise e i camici degli operatori sanitari fino ai kit sterili per le sale operatorie. Servizi “essenziali e non differibili” che, a causa della “situazione drammatica” che le aziende di settore stanno vivendo – a causa dei prezzi dell’energia – rischiano di far fermare la sanità italiana, così come Rsa e altre strutture socio-sanitarie. “Questo perché le tariffe, magari concordate in una gara di appalto firmata anni fa, sono rimaste le stesse, ma i costi energetici sono lievitati di almeno 6 volte”. A lanciare l’allarme, numeri alla mano, invocando l’attenzione della politica, è Egidio Paoletti, presidente di Assosistema Confindustria, che rappresenta aziende di produzione, distribuzione, manutenzione dei dispositivi di protezione individuali e collettivi e di sanificazione dei dispositivi tessili e medici, con un mercato che vale 600 milioni di euro.
“La situazione è drammatica – esordisce Paoletti, sentito dall’Adnkronos Salute – perché se nel 2019 il conto economico medio di settore prevedeva un’incidenza dei costi, parliamo di gas ed energia, del 4%, avevamo un margine operativo lordo (Ebitda) intorno al 25%-26% e un Ebit, un risultato netto del 7%, nel 2022 – denuncia – l’incidenza dei costi energetici è schizzata al 25%, pari a 6 volte l’incidenza precedente, ciò determina che l’Ebitda scende dal 25% al 4% e il risultato netto del settore scende a -14%”.
Dunque “le aziende del settore sanitario che non hanno visto riconosciuto un adeguamento delle proprie tariffe agli attuali aumenti, stanno lavorando perdendo il 14%. Nonostante ciò, si vedono costrette a farlo altrimenti rischiano una denuncia penale per sospensione di servizio essenziale o almeno – sottolinea – finora è stato così. D’ora in poi non so davvero – confessa – quanto riescano ancora a reggere questa situazione, e molte rischiano di chiudere”. “Banalmente bisogna ricordare che per lavare ci vuole vapore, che si produce col gas, quindi il nostro settore, anche se non ha il riconoscimento di settore energivoro come la acciaierie, di fatto è un grande consumatore”.
“Purtroppo – denuncia il leader di Assosistema – da parte della politica, al di là delle chiacchiere, è arrivato solo un credito di imposta, con il decreto Aiuti, che non risolve il problema”. L’associazione “promuoverà una serie di primi incontri a settembre – annuncia Paoletti – ma la grande paura è che saremo costretti a non poter più assicurare il servizio, almeno completamente. Non vogliamo forzare la mano – chiarisce – ma vorremmo che qualcuno si rendesse conto che, nel momento in cui i costi lievitano di 6-10 volte, noi non possiamo continuare a fornire i servizi agli stessi prezzi stabiliti da una gara magari fatta 3-5 anni fa”. Il monito è “alla Pubblica amministrazione e agli enti appaltanti” affinché “si mettano intorno a un tavolo con le aziende e cerchino una soluzione. Bisogna che le Regioni, lo Stato, diano una disponibilità finanziaria per coprire questo extra costo che ci mette in ginocchio. Vogliamo solo mandare avanti le nostre aziende – conclude – e continuare a fornire un servizio essenziale”.
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