Sanità, Mennini: “Salute mentale e cervello impattano su cittadini ed economia”
Roma, 17 dic. (Adnkronos Salute) – “Da tutte le analisi e gli studi, sia italiani che internazionali, si è sempre evidenziato quanto fosse importante il problema della salute mentale e della salute del cervello, sia per la salute dei cittadini, e quindi per la qualità di vita dei pazienti, che per le famiglie e i caregiver, che devono sostenere un peso sociale, ma anche economico. L’impatto economico esiste anche per il Servizio sanitario nazionale, il quale spende circa 6-7 miliardi all’anno per le 3-4 principali patologie della salute mentale”. Lo ha detto Francesco Saverio Mennini, capo dipartimento della programmazione, dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del servizio sanitario nazionale del ministero della Salute, oggi a Roma, partecipando all’evento per i 30 anni di Lundbeck in Italia.
“A questa spesa vanno aggiunte le spese della previdenza, pari a circa 2-2,5 miliardi di euro di prestazioni erogate dall’Inps stesso, la maggior parte dei quali riguarda persone con un certo grado di invalidità – aggiunge Mennini – E’ importante ragionare in termini di programmazione, diagnosi e presa in carico precoci sia per la salute dei pazienti che per contenere i costi economici e sociali. Migliorare l’assistenza significa infatti anche ridurre l’impatto sia sulla salute che sul fronte economico. Se si diagnosticano precocemente queste patologie, riusciamo a far guarire i pazienti in alcuni casi e a stabilizzare la malattia, in altri. Questi possono così essere mantenuti al di sotto di quella soglia che automaticamente li renderebbe eleggibili alle prestazioni dell’Inps per l’invalidità”.
L’intenzione del ministero della Salute “è di porre un interesse molto importante nei confronti di queste patologie, per cui è stato attivato anche un tavolo dedicato. Credo sia fondamentale – osserva Mennini – può davvero permettere di migliorare l’assistenza ai pazienti e ridurre l’impatto sul sistema”. Infine, particolare attenzione va posta quando queste patologie insorgono nell’età dell’adolescenza e non vengono tempestivamente riconosciute e trattate: “possono comportare il mancato accesso di questi giovani al mondo del lavoro, con una perdita di produttività importante, accompagnata da disagio sociale e da carico non solo per le famiglie ma anche per l’Inps”, conclude Mennini.
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