Sanità: pazienti Alzheimer a partiti, ‘malati e famiglie ancora dimenticati’
Milano, 20 set. (Adnkronos Salute) – “Leggendo con attenzione i programmi delle forze politiche candidate a guidare il Paese nel prossimo quinquennio, non siamo riusciti a trovare una sola riga di impegno a cambiare un sistema di presa in carico delle persone con demenza”. Lo denuncia in una lettera aperta ai responsabili Sanità dei partiti Patrizia Spadin, presidente dell’Associazione italiana malattia di Alzheimer (Aima), che rappresenta le persone con demenza e le loro famiglie.
Con oltre un milione di over 65 affetti da demenza in Italia (dati 2019) e più di 600mila malati di Alzheimer, pari a circa il 20% della popolazione ultra 60enne, “questa mancanza di attenzione è grave”, osserva Spadin alla vigilia della Giornata mondiale dedicata alla malattia. Tanto più che, “secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità – aggiunge – ci sono circa 3 milioni di persone coinvolte direttamente o indirettamente nella loro assistenza. Se non si tratta di una mancanza, è quantomeno un errore politico dato che si tratta di cittadini ed elettori, spesso donne caregiver in età lavorativa, costrette a moltiplicare sforzi immani di conciliazione vita-lavoro, che sostengono (anche) l’80% dei 15 miliardi di euro di costi della malattia: un dato quantomai anomalo per un sistema socio-sanitario che si pretende universalistico”.
Nella lettera ai partiti Aima evidenzia che l’ultimo Piano nazionale demenze del 2014 non è mai stato rinnovato. “Spesso si è indugiato in pianificazioni astratte e scollegate dalla realtà delle cose, che è fatta di servizi non standardizzati sul territorio, di frammentazione del percorso del paziente, di impreparazione a nuove possibili evoluzioni sul fronte del trattamento”, incalza Spadin.
Nel ribadire che “Aima è pronta al confronto e alle proposte a partire dal 26 settembre”, il giorno successivo alle elezioni, la presidente dell’associazione pazienti Alzheimer ricorda che Aima e la Società italiana di neurologia (Sin) hanno già presentato i ‘7 buoni motivi’ e le ‘7 buone proposte’ per non dimenticare l’Alzheimer, chiedendo “un piano di investimenti per l’Alzheimer che consenta di ‘rammendare’ le lacune stratificatesi nel tempo, una riforma della sanità territoriale che preveda Case e Ospedali di Comunità, protocolli e linee guida ad hoc per la gestione domiciliare dei pazienti e sostegno e informazione per i caregiver familiari”.
“Non c’è bisogno di rivoluzioni. C’è bisogno di fare le cose per bene – ammonisce Spadin – Mentre in questi anni si perdevano occasioni di riforme, ci dimenticavamo delle crisi allucinatorie o convulsive, dei deliri, dell’aggressività, dell’apatia, dell’afasia, della disfagia, delle infezioni. Insomma, dimenticavamo la malattia”
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