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Sanità, per la maggioranza ‘nessun allarme’ conti, opposizioni all’attacco

4 Ottobre 2023

Roma, 4 ott. (Adnkronos Salute) – Nessun allarme dal fronte sanità. La maggioranza di Governo respinge al mittente le accuse di un ‘allarme tagli’ in Manovra che condurrebbe il Servizio sanitario nazionale verso il baratro. Opposizioni “inconcludenti”, per Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, che colgono la lettura della Nadef “come l’occasione per alzare un polverone su presunti tagli alla sanità da parte del governo di Giorgia Meloni”. Per Foti un “allarme ingiustificato” perchè – sostiene “arriveranno fondi con il rinnovo dei contratti per i medici e il potenziamento degli stipendi dei dirigenti del comparto sanità. Il Governo, poi, conta di utilizzare al meglio i fondi del Pnrr, in cui è previsto un finanziamento di oltre 15 miliardi. Nessun allarme dunque”.

Ma sul tema le opposizioni vanno all’attacco, anche se – in questo caso, a differenza di quanto accadde con il salario minimo – almeno per il momento, in ordine sparso. Perché, se da una parte la segretaria del Pd Elly Schlein pensa che quello della sanità sia “un terreno su cui sono possibili convergenze con altre forze di opposizione, perché siamo tutti preoccupati sui tagli alla sanità pubblica che sta portando avanti il governo Meloni”, il leader di Azione Carlo Calenda, qualche giorno fa, aveva denunciato un’interruzione “per ragioni a noi sconosciute” del lavoro con le altre opposizioni “a partire dal Pd, sul piano della sanità per la legge di Bilancio. Va ripreso rapidamente”.

E oggi, dal palco delle celebrazioni ‘Sky 20 anni’, arriva la stoccata di Conte, rivolta in particolare proprio al leader di Azione e alla segretaria del Pd. “Con il Pd sul salario minimo abbiamo lavorato insieme, senza fari accesi, abbiamo trovato un accordo e lo abbiamo condiviso. La sanità è un capitolo enorme e noi stiamo mettendo a fuoco le nostre proposte, ci confronteremo, certo. Chi ha rifiutato il confronto? E lo dico a Schlein, a Calenda e a tutti quanti: se uno va prima in tv a dire ‘queste sono le nostre proposte’ non può funzionare. Sul salario minimo abbiamo lavorato a fari spenti”.

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