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Sanità: Smi, ‘oggi in piazza con Intersindacale per sopravvivenza Ssn’

15 Dicembre 2022

Roma, 15 dic. (Adnkronos Salute) – “Oggi saremo in piazza per la sopravvivenza del servizio sanitario pubblico nazionale, di tutti e per tutti gli italiani”. Così Fabiola Fini, vice segretario nazionale del Sindacato medici italiani (Smi) motiva l’adesione alla mobilizzazione programmata dall’Intersindacale dei medici, veterinari e dirigenti sanitari del servizio sanitario pubblica, in calendario a Roma in piazza SS Apostoli, a partire dalle 14.

“Saremo lì con i nostri medici convenzionati e dirigenti, insieme alle altre organizzazioni sindacali a urlare con forza la nostra richiesta di maggiori risorse per la salute dei cittadini, investimenti reali sul personale medico, veterinario e sanitario quale elemento centrale, indispensabile per garantire adeguati livelli di assistenza negli ospedali e sul territorio, ormai in grande sofferenza”, spiega Fini. “Chiediamo da tempo adeguate tutele per tutto il personale del settore e, con esse, attenzione, rispetto e cura. Reclamiamo personale che rimpiazzi quello dimissionario o che si è pensionato negli anni, non appalti dei servizi all’esterno. Vogliamo rimuovere il disinteresse della politica e lo scetticismo rinunciatario dei cittadini, ormai rassegnati alla perdita di una assistenza già ai livelli più alti in Europa e nel resto del mondo”.

“Vogliamo combattere lo scoraggiamento ed arrestare il progressivo dilagare del burnout dei medici del Ssn. Vogliamo contrastare la rottamazione di tutto il Servizio sanitario nazionale e la fuga dei cittadini verso il privato quale metodo individuato ma poco condivisibile per il contenimento delle liste d’attesa. Rivendichiamo la necessità di un confronto costruttivo e continuo della politica con i sindacati di categoria per elaborare un piano programmatico di riforma e rilancio del servizio pubblico che contrasti il degrado e la privatizzazione”.

“Chiediamo – continua la dirigente Smi – un adeguamento delle retribuzioni alla media dei livelli in Europa perché le preoccupazioni economiche quotidiane non costringano a ridurre l’attenzione sulla nostra missione ed il tempo da dedicare ad essa. La sanità è sempre più donna e saremo lì anche a chiedere la fine della discriminazione di genere e le pari opportunità. Basta con le difficoltà nella conciliazione lavoro-famiglia che per tanti anni hanno portato le donne medico ad adottare un comportamento rinunciatario nei confronti di eventuali attività aggiuntive che possono incrementare la retribuzione e/o aumentare il loro prestigio”.

Il sindacato, inoltre, dice “basta ai divari retributivi rispetto agli uomini e alle possibili ripercussioni pensionistiche. Chiediamo con forza, che venga attuata l’obbligatorietà della sostituzione della maternità da parte delle aziende sanitarie e contiamo che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, possa schierarsi al nostro fianco in questa battaglia di civiltà e difesa della parità di genere e delle pari opportunità”, conclude Fini.

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