Schillaci: “Gap e differenze territoriali non devo più appartenere a Ssn”

Roma, 17 giu. (Adnkronos Salute) – “Il nostro obiettivo è chiaro: fare in modo che le parole ‘gap’ e ‘differenze territoriali’ non appartengano più al vocabolario della sanità italiana. Ma accanto all’impegno delle istituzioni, è fondamentale la partecipazione attiva dei cittadini. È necessario raggiungerli con tutti gli strumenti a nostra disposizione e renderli sempre più consapevoli che aderire a un programma di screening significa diagnosticare tempestivamente una patologia, evitando terapie e interventi chirurgici complesse. Rivolgo un appello particolare ai cittadini che, dalle interviste che abbiamo raccolto, non hanno ancora aderito ai programmi di screening per pigrizia o mancanza di tempo. È importante comprendere che esistono malattie che non ammettono rinvii. Patologie che devono avere la precedenza su ogni altro impegno, per quanto importante questo possa sembrare”. Così il ministro della Salute Orazio Schillaci nell’intervento conclusivo degli Stati generali della prevenzione a Napoli.
“La prevenzione è un investimento. È un investimento sulla propria vita e su quella delle persone che amiamo. Stiamo vivendo un cambiamento culturale profondo che possiamo accelerare grazie alla prossimità che stiamo realizzando con la medicina territoriale, le Case di comunità. Un processo che richiede il sostegno di tutti gli operatori del sistema: dai medici di famiglia fino alle farmacie di territorio”, ha ricordato il ministro.
“Il nostro servizio sanitario nazionale compie quest’anno 47 anni ed è necessaria una riforma strutturale, dopo quasi 50 anni, di uno dei pilastri della nostra Repubblica e che è fonte di orgoglio ogni volta che vado all’estero. Abbiamo detto tante volte, anche parlando di prevenzione, che siamo la seconda Nazione più longeva al mondo ma non siamo la seconda economia al mondo e questo ci impone di riflettere. Dobbiamo avere sicuramente più investimenti – ha rimarcato – ma dobbiamo anche puntare sull’ organizzazione. La vera chiave è quella di valorizzare le risorse umane straordinarie che abbiamo che sono il nostro personale. Affermo con soddisfazione che questa prima edizione degli Stati Generali della Prevenzione rappresenta un successo importante. Non personale, né del solo Ministero della Salute, ma dell’intero Servizio Sanitario Nazionale. I numeri sono eloquenti: circa mille prestazioni effettuate presso gli stand del Villaggio della Prevenzione e migliaia di iscrizioni ai lavori congressuali”.
“Questi dati ci raccontano di una Italia che ha voglia di prendersi cura della propria salute. L’adesione straordinaria agli screening dimostra quanto sia fondamentale che il sistema sanitario adotti un approccio proattivo. Quando riusciamo a informare e coinvolgere i cittadini, la risposta è generosa e consapevole. La prevenzione è una partita che si vince solo giocando tutti insieme”, ha chiosato.
“Siamo pronti a cogliere le potenzialità straordinarie che derivano, come abbiamo visto nella giornata odierna, dall’utilizzo intelligente dei dati sanitari. Dati che ci consentiranno sempre più di intercettare i trend epidemiologici e definire strategie di prevenzione primaria e secondaria mirate e sempre più efficaci. Mi viene spesso chiesto quale sia la sfida principale che mi sono posto all’inizio di questo mandato ministeriale. La risposta è semplice: contribuire alla costruzione di un Servizio Sanitario Nazionale che viaggia alla stessa velocità su tutto il territorio nazionale. Un sistema che non può e non deve avere barriere di accesso e che eccelle tanto nella cura quanto nella prevenzione. È questa la sanità che vogliamo lasciare”, ha concluso.
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