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‘Sesso e genere poco considerati’, raccomandazioni Iss per equità cure

4 Settembre 2024

Milano, 4 set. (Adnkronos Salute) – Più ‘pari opportunità’ nella ricerca scientifica, per migliorare l’equità e la precisione delle cure mediche. E’ l’appello dell’Istituto superiore di sanità che sulla rivista internazionale ‘Journal of Personalized Medicine’ ha pubblicato il documento ‘Raccomandazioni per l’applicazione della medicina di genere nella ricerca preclinica, epidemiologica e clinica’, redatto dal gruppo di lavoro Ricerca e innovazione dell’Osservatorio Iss dedicato alla medicina di genere. Al team, coordinato da Marialuisa Appetecchia, responsabile dell’Uo di Endocrinologia oncologica dell’Istituto nazionale tumori Regina Elena-Ifo di Roma e componente dell’Osservatorio, in rappresentanza di tutti gli Irccs, hanno partecipato numerosi esperti ed esperte del settore.

“La necessità di una attenta valutazione e considerazione delle differenze di sesso e genere nella ricerca scientifica è sempre più evidente e riconosciuta – afferma Elena Ortona, direttrice del Centro di riferimento per la medicina di genere dell’Iss – Nonostante ciò, sesso e genere sono ancora poco considerati nel disegno degli studi scientifici, nella raccolta dei dati, nell’elaborazione dei risultati e nella comunicazione scientifica in generale”. Invece “è ormai appurato come sia fondamentale includere nella ricerca preclinica e clinica sia gli aspetti relativi al sesso, cioè quelli di natura biologica, sia quelli di genere, che riguardano le differenze psico-sociali e culturali tra uomini e donne”.

Da qui le raccomandazioni del documento, riassunte sul sito Iss in 5 punti salienti. Il primo ricorda l’importanza della medicina di genere, sottolineando la necessità di “considerare il sesso e il genere come variabili chiave nella ricerca scientifica, per migliorare la precisione e l’equità delle cure mediche. Questo approccio contribuisce a una maggiore appropriatezza nelle cure, garantendo che le terapie siano ottimizzate per ogni individuo”.

Secondo punto chiave del documento Iss i “fattori biologici e sociali: viene offerto un approfondimento sui diversi fattori responsabili delle differenze di sesso e genere, inclusi quelli genetici, ormonali, ambientali e socio-culturali, che influenzano la salute e la malattia in modo differente tra uomini e donne”. Terzo la “criticità negli studi preclinici, epidemiologici e clinici: il documento evidenzia le criticità esistenti nella conduzione di studi preclinici, sia su cellule che su animali da esperimento, negli studi epidemiologici e clinici”, e “sottolinea l’importanza di identificare marcatori diagnostici, prognostici e predittivi specifici per sesso e genere, al fine di migliorare l’efficacia delle terapie e la diagnosi delle malattie”.

Il quarto punto riguarda le “raccomandazioni metodologiche: il documento fornisce indicazioni pratiche per la stesura di protocolli di ricerca che tengano conto dei determinanti sesso e genere, offrendo strumenti metodologici per integrare queste variabili in tutte le fasi della ricerca, dalla formulazione delle ipotesi alla raccolta e analisi dei dati, fino alla comunicazione dei risultati”. Infine, quinto punto, l'”applicazione pratica: le raccomandazioni mirano a guidare i ricercatori e le ricercatrici nello sviluppo di studi che riconoscano e affrontino le differenze di sesso e genere, con l’obiettivo di migliorare la diagnosi e il trattamento delle malattie, promuovendo una medicina sempre più personalizzata e incentrata sulla persona”.

Per gli autori “l’adozione delle raccomandazioni proposte potrebbe portare a significativi miglioramenti nella precisione e nell’efficacia delle cure mediche, contribuendo a una maggiore equità nell’accesso e nella qualità delle cure per tutti i pazienti. Applicare un approccio sesso e genere specifico nella ricerca e nei percorsi di cura è importante – ammoniscono – non solo per migliorare la comprensione dei fattori determinanti la salute e la malattia, ma rappresenta anche un passaggio fondamentale verso una maggiore equità di accesso alle cure e una medicina sempre più focalizzata sulle caratteristiche specifiche del paziente. La medicina di genere va quindi intesa come un obiettivo strategico per la sanità pubblica, contribuendo a rafforzare la ‘centralità della persona’ nell’assistenza sanitaria”.

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