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Sport: infortunio Kean, il medico ‘Ko come nel pugilato, esami approfonditi ma non è escluso torni subito’

24 Febbraio 2025

Roma, 24 feb. (Adnkronos Salute) – Il ginocchio del difensore del Verona Paweł Dawidowicz che arriva veloce contro il volto dell’attaccante della Fiorentina Moise Kean. Così nel pomeriggio di ieri lo stadio Bentegodi ha trattenuto il fiato vendendo l’attaccante viola cadere a terra due volte, la prima per il colpo e il taglio al sopracciglio, e poi quando tornato in campo si è accasciato a terra non potendo proseguire. Fortunatamente dopo i controlli in ospedale nella notte Kean è stato dimesso e ha fatto rientro a Firenze. “I test clinici e diagnostici effettuati sono risultati tutti negativi”, ha confermato la Fiorentina. “I traumi cranici possono essere commotivi e non commotivi, nel primo la similitudine è quella con il Ko del pugilato. L’atleta si porta in ospedale, rimane 24-48 in osservazione e si studia il quadro clinico. Nel pugilato il boxer viene fermato per 30 giorni. Questo perché esiste la sindrome del secondo impatto che deve essere evitata, a me è accaduto un caso simile a quello di Kean con Philippe Mexes alla Roma. Non è detto” comunque “che l’attaccante della Fiorentina possa per forza saltare la prossima partita” venerdì in casa con il Lecce. Lo spiega all’Adnkronos Salute Mario Brozzi, ex medico sportivo della Roma.

“Quando c’è un trauma cranico commotivo si crea una instabilità elettrica – entra nel merito il medico – e si è visto che per un certo lasso di tempo un neuromediatore inizia a crescere. Questa anomalia in caso di un secondo impatto forte potrebbe generare un edema cerebrale che mette a repentaglio la salute del giocatore. Che fare? Nel caso di Mexes andammo al San Camillo di Roma per una risonanza magnetica spettroscopica, che è in grado di misurare la quantità di questo neuromediatore. Se il dato è stabile non c’è nessun rischio per l’atleta di avere una sindrome del secondo impatto”.

“Luca Pengue, responsabile sanitario della Fiorentina, è un mio discepolo. Sono convinto – conclude Brozzi – che Kean sia in ottime mani, verrà seguito in queste ore e si capirà come sta. Magari non è detto che si debba fermare a lungo”.

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