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Studio su pescatori laguna Marano, ‘mercurio sotto soglia effetti avversi’

7 Febbraio 2025

Milano, 7 feb. (Adnkronos Salute) – I pescatori della laguna di Marano e Grado hanno concentrazioni di mercurio più alte se confrontate con quelle di un agricoltore delle Dolomiti e lievemente sopra il limite raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità, ma dentro la soglia sotto cui non sono stati osservati finora effetti avversi sulla salute umana. Sono i risultati principali di uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica ‘Science of the Total Environment’, resi noti dall’Asugi (Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina), secondo cui “la situazione attuale si può considerare di relativo equilibrio e non controindica il consumo di pesce della laguna, anche perché il pesce veicola pure il selenio, elemento chimico con azione antagonista al mercurio. Tuttavia, è raccomandabile che donne in gravidanza e bambini in fase di crescita limitino il consumo di pesce fresco a non più di un pasto a settimana”.

L’indagine condotta da Luca Cegolon (Igiene e Medicina Preventiva dell’Asugi) in collaborazione con Giuseppe Mastrangelo (Università di Padova), il gruppo di ricerca MercuRILab dell’università di Trieste (diretto da Stefano Covelli) e la Uco di Medicina del Lavoro di Asugi (diretta da Francesca Larese Filon), ha rilevato i livelli di mercurio nei capelli di pescatori e lavoratori dell’indotto della pesca di Marano Lagunare, piccolo centro costiero che si affaccia sulla rispettiva laguna. La laguna di Marano e Grado era stata individuata come Sito di interesse nazionale (Sin) a causa di una contaminazione storica plurisecolare da mercurio sotto forma di cinabro riversato dal fiume Isonzo – drenante il distretto minerario di Idria in Slovenia (secondo deposito naturale più grande al mondo dopo Almaden in Spagna) e in forma inorganica da scarichi industriali incontrollati. Più recentemente la denominazione Sin di Laguna di Grado e Marano è stata modificata in ‘Caffaro di Torviscosa’ a seguito anche di una riperimetrazione.

Nel settore orientale della laguna, in corrispondenza della foce del fiume Isonzo, studi precedenti avevano rilevato concentrazioni di mercurio nei sedimenti fino a 11 mg/kg, che si riducevano progressivamente a 5 mg/kg nel settore centrale e 0.7 mg/kg nel settore occidentale della stessa. L’indagine dell’università di Trieste, condotta nei primi mesi del 2024 a Marano Lagunare, ha confrontato la concentrazione di mercurio nei capelli di 73 pescatori (32 di mare aperto, 30 di laguna e 11 misti) e 83 residenti locali lavoratori dell’indotto della pesca con 93 residenti del Bellunese (prevalentemente agricoltori o malgari).

L’indagine si è concentrata su pescatori e lavoratori della pesca – spiegano gli esperti – perché, secondo la letteratura, hanno inevitabilmente maggiore accesso e disponibilità al consumo di pesce rispetto alla popolazione generale. Residenti di un’area montuosa sono stati scelti come categoria di confronto per il motivo opposto, essendoci meno disponibilità di pesce in montagna (dove tra l’altro costa anche di più) e la cucina locale è prevalentemente basata su cibi a base di carne.

Il livello mediano di mercurio rilevato nei pescatori (2.56 mg/kg) e nei lavoratori dell’indotto della pesca (2.31 mg/kg) era significativamente superiore a quello degli agricoltori delle Dolomiti (0.58 mg/kg) e aumentava col consumo di pesce locale, in particolare quello fresco, ed in categorie come pescatori, venditori ittici o ristoratori. Sebbene questi valori di concentrazione di mercurio nei capelli rilevati nei pescatori e nei lavoratori della pesca di Marano siano leggermente superiori al limite (2 mg/kg) raccomandato dall’Oms per la popolazione, confermano gli autori dell’indagine, tali concentrazioni “sono ancora ben inferiori a 11.5 mg/kg”, limite sotto cui non sono stati osservati finora effetti avversi sulla salute umana.

Si tratta, conclude Asugi, “della prima indagine che quantifica e documenta l’esposizione al mercurio tramite consumo di pesce locale in categorie a maggior rischio fra i residenti costieri della laguna di Marano e Grado, una delle più grandi lagune in Europa. Lo studio informa anche sul livello di esposizione a mercurio nella popolazione generale di una area a basso rischio quale le Dolomiti. Viene quindi fornita una risposta ai legittimi dubbi, diffusi a livello di popolazione generale, circa l’impatto della contaminazione ambientale da mercurio nella laguna di Marano e Grado, rilevando un’esposizione relativamente limitata nell’uomo”.

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