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Test e numero chiuso Medicina, al via riforma per futuri camici bianchi

8 Gennaio 2024

Roma, 8 gen. (Adnkronos Salute) – Il 2024 sarà l’anno della riforma dell’accesso alle facoltà di Medicina. Si archivia quindi la breve esperienza del Tolc-Med che avevano sostituito la prova unica nazionale d’ammissione. Ogni anno oltre 85mila candidati si mettono alla prova per raggiungere l’obiettivo del camice bianco, ma i posti disponibili – pur aumentati in questi anni arrivando a 19mila – sono comunque nettamente inferiori alla domanda. Ma quella del medico è una professione che, almeno nell’appeal tra i ragazzi, non conosce crisi. L’annuncio di una imminente riforma è arrivato dalla ministra dell’Università e Ricerca, Anna Maria Bernini. “Ora si cambia: è evidente che le regole per l’ingresso a Medicina ad oggi non hanno funzionato. Puntiamo a un meccanismo più equo che premi merito e conoscenze – scrive la ministra sui social – I quesiti dei prossimi test saranno ‘pescati’ da una banca dati che ho voluto fortemente aperta e pubblica, al contrario di oggi. Un’operazione che richiede un piccolo margine di tempo aggiuntivo per organizzare le prove”.

“Vogliamo un sistema efficiente, che valorizzi la preparazione degli studenti e l’orientamento alla formazione – ha ribadito Bernini che sta lavorando al decreto – Ma è solo una prima tappa: siamo già indirizzati su un percorso di riforma complessiva per l’iscrizione a Medicina. L’idea è consentire agli studenti di frequentare corsi caratterizzanti, sostenere degli esami e accedere alla facoltà in base all’esito. La preparazione sarà nelle mani delle università, non più di corsi extra-accademici”. La prova dovrebbe avere una durata di novanta minuti con 50 domande a cui rispondere, quesiti che potrebbero vedere la comprensione del testo, la biologia, la chimica e la fisica, la matematica e il ragionamento.

Sul fronte del possibile addio al numero chiuso, ipotesi che trova fortemente contrari l’Ordine dei medici e i sindacati della professione, la ministra ha ribadito che “il numero dei posti è già aumentato e continuerà a crescere in maniera graduale. Un’apertura sostenibile significa continuare a garantire la qualità della formazione, vuole dire ascoltare le necessità di tutte e tutti e dare risposte concrete, non vendere sogni. Darsi l’obiettivo dell’apertura non è sbagliato, ma è appunto un obiettivo intorno al quale costruire le condizioni sistemiche, con gradualità, realismo e senso di responsabilità”.

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