Tre operatori su 10 vittime aggressioni, oltre 40% ‘scoppia’ di lavoro
Roma, 11 mag. (Adnkronos Salute) – Oltre il 40% degli operatori sanitari non medici dichiara di avere carichi di lavoro insostenibili e uno su tre non riesce affatto a bilanciare i tempi lavorativi con quelli della vita privata. Il 31,6% denuncia di essere stato vittima, negli ultimi tre anni, di aggressione (verbale o fisica) da parte degli utenti, il 20,7% da parte di un proprio superiore e il 18,4% da parte di colleghi. E l’assenza nel posto di lavoro di un punto di ascolto psicologico è lamentata in particolare dal 65,9% degli intervistati. Sono alcuni dati di un’indagine su 10mila operatori sanitari appartenenti a 20 categorie professionali, condotta da Cittadinanzattiva, in collaborazione con Fnopi e Fno Tsrm e Pstrp, sigle che riuniscono infermieri, tecnici di radiologia medica, di laboratorio, logopedisti, tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, igienisti dentali, dietisti, assistenti sanitari.
Dall’indagine – contenuta nel Rapporto civico sulla salute 2023, presentato oggi a Roma – emerge inoltre che oltre il 46% del campione afferma di essere soddisfatto del proprio percorso professionale, ma non altrettanto del proprio ambiente di lavoro che stimola poco o niente la realizzazione personale (per il 42,6%) e la crescita professionale (48,5%). Nonostante le difficoltà, i professionisti sanitari credono fermamente nel valore del Ssn e nella salute come bene pubblico: la maggioranza si sente orgogliosa di contribuire personalmente a dare risposta ai bisogni sociali e sanitari del cittadino (66,9%) e quindi di poter contribuire al benessere della comunità (71,6%). Soprattutto, la maggioranza (83,5%) crede che ogni persona debba avere diritto alle cure di cui ha bisogno indipendentemente dalla gravità delle patologie o dal costo delle cure.
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