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Tredici mln italiani soffrono di dolore cronico, neurologi ‘no cure fai da te’

7 Agosto 2023

Roma, 7 ago. (Adnkronos Salute) – Il dolore è quello che il corpo umano usa per dire che qualcosa non va. Nell’infanzia il ‘farsi male’ insegna anche quali sono i limiti del nostro corpo ma ci sono dolori che da semplici ‘segnale di pericolo’ diventano cronici, persistenti, andando a ledere la qualità della vita. ll dolore cronico è oggi una patologia a cui si riserva poca attenzione in ambito sanitario e sociale, benché ne soffrano circa 13 milioni di italiani e 150 milioni di europei. Esiste inoltre una importante disparità tra le regioni, sia per l’accesso alle cure sia come uso dei trattamenti. È fondamentale che il sintomo del dolore venga approcciato correttamente sia dal punto di vista della diagnosi che della terapia, in quanto premessa fondamentale per contenerne la cronicizzazione. Il dolore cronico e le relative terapie saranno tema de Congresso nazionale della Sno, la Società dei neurologi, neurochirurghi neuroradiologi ospedalieri italiani, in programma a Firenze dal 27 al 30 settembre.

“La terapia del dolore – spiega Milena Racagni, Terapia intensiva neurochirurgica e Terapia del dolore, presso l’Asst Santi Paolo Carlo, presidio San Carlo Milano – si rivolge a popolazione mista sia giovane sia anziana e trova una collazione particolare nell’ambito del cosiddetto ‘dolore neuropatico’ ovvero dolore derivante da anomala sollecitazione del sistema nervoso sia centrale che periferico. Negli ultimi anni si sono sviluppati diversi Centri specializzati per la terapia del dolore ai quali si accede tramite richiesta del medico di medicina generale o di altro specialista, con la dicitura ‘Prima visita terapia del dolore’”.

“Ricordiamo che la definizione di dolore cronico è un dolore persistente, continuo o ricorrente, che dura da più di 3 mesi. Diversamente dal dolore acuto, che è provocato da una specifica malattia o lesione, il dolore cronico – prosegue – diventa esso stesso malattia se non viene correttamente gestito. La terapia prevede un approccio multidimensionale e deve essere guidata dagli specialisti, evitando il ‘‘self-management’ che spesso porta a ritardi nella corretta diagnosi ed inficia sui risultati terapeutici. È quindi importante che i pazienti affetti da dolore cronico si affidino alle cure dei medici terapisti del dolore, che hanno a disposizione un’ampia gamma di farmaci come i Fans, neuromodulatori ed oppioidi. Questi ultimi giocano un ruolo importante nel trattamento del dolore severo sia oncologico che benigno, anche se i pazienti sono spesso reticenti ad utilizzarli”.

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