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Tumore al polmone, primo bilancio del progetto diagnosi precoce al ‘San Camillo’ di Roma

9 Luglio 2025

Roma, 9 lug. (Adnkronos Salute) – Un totale di 308 Tc torace a basso dosaggio (oltre 50 al mese), tutte valutate nell’ambito del team multidisciplinare; 11 pazienti con indicazione chirurgica, 5 dei quali già operati, tutti con tecnica mini-invasiva: 4 con tumore polmonare in fase iniziale, di cui 1 in stadio pre-invasivo (con sopravvivenza post-operatoria a 5 anni del 99%) e gli altri 3 in stadio I (tasso di sopravvivenza media a 5 anni dell’85%); in altri 3 pazienti riscontrati tumori sincroni (2 renali, 1 mammario), mentre un altro sarà sottoposto a intervento per timoma, il tumore del timo. Sono i numeri del primo bilancio del programma di ‘Diagnosi precoce del tumore al polmone’, rivolto alla fascia di popolazione più a rischio – i forti fumatori over 55 – avviato 6 mesi fa dall’azienda ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma.

I dati sono stati illustrati oggi nell’Aula magna ‘Agazio Menniti’ della struttura ospedaliera, nel corso del convegno ‘Lung Cancer Screening European Expert Summit – L’implementazione della diagnosi precoce e dello screening in Europa: il progetto del San Camillo Forlanini’, realizzato con il supporto non condizionante di Johnson&Johnson MedTech. Complessivamente 1.460 cittadini hanno compilato il questionario online, basato su criteri internazionali che valutano età e abitudine tabagica, disponibile sul sito dell’Ao. Di questi, 845 (il 58%) sono risultati idonei al programma e 440 hanno già effettuato la visita pneumologica (circa 70 visite al mese, svolte su base volontaria dal personale sanitario), i rimanenti verranno visitati a breve.

Al convegno, organizzato e presieduto da Giuseppe Cardillo, direttore Uoc Chirurgia toracica del San Camillo, ha visto la partecipazione di esperti nazionali e internazionali nel settore, oltre a rappresentanti di associazioni di pazienti e istituzioni sanitarie, tra cui Ugo Pastorino, Giulia Veronesi, Federico Spandonaro, e rappresentanti di associazioni di pazienti europee come Luce – Lung Cancer Europe. L’iniziativa è stata un’importante occasione di confronto e discussione sulle strategie più efficaci per la prevenzione e la diagnosi precoce di questa patologia – ad oggi il tumore con il più alto tasso di mortalità, ricordano i promotori – sui progetti sperimentali in corso in Italia e quelli più strutturati di screening polmonare già attivo in alcuni Paesi europei come Regno Unito, Polonia e Croazia. All’incontro hanno partecipato anche il capo di Gabinetto del ministero della Salute Marco Mattei, il senatore Luciano Ciocchetti, vicepresidente XII Commissione Affari sociali, l’assessore della Regione Lazio all’Inclusione sociale e servizi alla persona, Massimiliano Maselli, e il presidente dell’Ordine dei medici di Roma Antonio Magi.

Il tumore del polmone – riporta una nota – rappresenta una delle principali cause di morte oncologica in Italia, con oltre 44mila nuove diagnosi e circa 36mila decessi ogni anno. La diagnosi arriva spesso troppo tardi: nel 70% dei casi i pazienti si presentano con il tumore in fase avanzata, quindi non operabile, e la sopravvivenza globale a 5 anni non supera il 16%. Tuttavia, screening mirati con Tc torace a basso dosaggio nei forti fumatori si sono dimostrati in grado di ridurre la mortalità del 25%, con sopravvivenze fino al 90% nei casi diagnosticati precocemente. Nonostante queste evidenze, in Italia lo screening non è ancora inserito nei Livelli essenziali di assistenza (Lea). E’ attivo un progetto nazionale (Risp), ma in soli 18 centri. In risposta a questo, l’Ao San Camillo Forlanini ha scelto di avviare un progetto sostenibile, aperto e basato sull’accesso volontario, rivolto alla popolazione a rischio. A soli 6 mesi dall’avvio, il progetto mostra risultati concreti, clinicamente rilevanti, e una risposta molto positiva da parte della popolazione.

“Il progetto nasce dalla volontà del team multidisciplinare che ogni giorno affronta, purtroppo troppo spesso in fase avanzata, il tumore polmonare – spiega Cardillo, coordinatore dell’iniziativa – Il nostro obiettivo è cambiare paradigma: offrire ai forti fumatori una reale opportunità di diagnosi precoce. I cittadini a rischio – continua lo specialista, past president della Società italiana di endoscopia toracica e docente presso l’università Unicamillus – possono accedere facilmente al progetto compilando un questionario online. I soggetti idonei ricevono automaticamente un appuntamento per la visita pneumologica, durante la quale vengono valutati tutti i fattori di rischio e prescritta la Tc torace a basso dosaggio”.

“Nel nostro percorso – riferisce Serena Ricciardi, dirigente medico della Uos Pneumologia oncologica – valutiamo in modo completo la storia clinica e tabagica dei partecipanti, offrendo anche supporto per il trattamento del fumo”. Aggiunge Stefania Greco, anch’essa dirigente della Pneumologia oncologica: “E’ infatti prevista l’opportunità di accedere anche ai programmi di prevenzione primaria con supporto antitabagico”.

Le Tc torace “vengano eseguite con bassissime dosi di radiazioni grazie all’impegno dei radiologi e dei fisici sanitari della nostra azienda, garantendo sicurezza ed efficacia”, evidenzia Teresa Pasquariello, dirigente medico della Uoc Radiologia. Nel caso di “noduli molto piccoli e non palpabili – conclude Sara Ricciardi, chirurgo toracico del San Camillo – è fondamentale un approccio integrato: collaboriamo con i medici nucleari e la radiologia interventistica per eseguire localizzazioni pre-operatorie con coloranti vitali e traccianti radioattivi, così da garantire resezioni complete e minimamente invasive”.

La diagnosi precoce, “come quella del tumore al polmone, diventa simbolo di un modello virtuoso di sanità pubblica, orientato alla prevenzione, all’equità, alla responsabilità collettiva – commenta Angelo Aliquò, direttore generale dell’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini – Garantire cure a tutti, indipendentemente dal reddito, dal luogo di nascita, dal livello di istruzione, è un principio che ci distingue, che affonda le sue radici nella Costituzione e che oggi va difeso con lucidità e determinazione. Agli amministratori della sanità spetta la responsabilità di rendere efficienti i processi, di innovare, di valorizzare le competenze, ma spetta a tutti noi, come comunità, difendere con forza il principio che la salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale”.

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