Tumori, anticorpo farmaco-coniugato riduce del 37% progressione cancro seno
Roma, 24 ott. (Adnkronos Salute) – In pazienti con carcinoma mammario inoperabile o metastatico ormono-positivo (Hr), Her2-Low o negativo precedentemente trattati con una terapia endocrina e almeno una terapia sistemica, datopotamab deruxtecan (Dato-Dxd), in base ai risultati positivi dello studio registrativo di fase 3 (Tropion-Breast01), ha dimostrato un miglioramento statisticamente e clinicamente rilevante della sopravvivenza libera da progressione (Pfs) rispetto alla chemioterapia, candidandosi a nuovo standard di cura. Nel dettaglio, riduce il rischio di progressione della malattia o di morte del 37%, fornendo un beneficio mediano di 2 mesi in termini di Pfs, ed è stato ben tollerato nel setting post endocrino-terapia. Questi dati, i primi di 2 presentazioni Late Breaking parte del programma di sviluppo clinico di datopotamab deruxtecan, sono stati diffusi durante la terza sessione presidenziale del Congresso della Società europea di oncologia medica (Esmo) 2023 che si conclude oggi a Madrid.
Datopotamab deruxtecan – spiega una nota – è un anticorpo farmaco-coniugato specificamente ingegnerizzato per essere diretto contro la proteina Trop2, sviluppato e commercializzato congiuntamente da Daiichi Sankyo e AstraZeneca. “Gli anticorpi farmaco-coniugati – chiarisce Michelino De Laurentiis, direttore del dipartimento di Oncologia senologica e toraco-polmonare, Istituto nazionale tumori Irccs Fondazione ‘G. Pascale’ di Napoli – associano, a un agente citotossico, un anticorpo diretto verso un bersaglio che si trova sulla cellula tumorale. Sono progettati per combattere il tumore e rilasciare agenti citotossici che concentrano la loro attività sulle cellule tumorali, riducendo al minimo gli effetti collaterali. Va evidenziata l’efficacia di datopotamab deruxtecan anche nei tumori Her2-low, che non hanno alta espressione o amplificazione del recettore Her2 e costituiscono il 55% di tutti i carcinomi mammari”.
Nell’analisi del doppio endpoint primario, Dato-Dxt ha ridotto il rischio di progressione della malattia o di morte del 37% rispetto alla chemioterapia scelta dallo sperimentatore nelle pazienti con carcinoma mammario metastatico Hr positivo, Her2Low o negativo, come valutato dalla revisione centrale indipendente in cieco. La Pfs mediana è stata di 6,9 mesi nelle pazienti trattate rispetto ai 4,9 mesi del gruppo con chemioterapia. Il beneficio osservato in termini di sopravvivenza libera da progressione è risultato consistente in tutti i sottogruppi. I risultati hanno anche mostrato un tasso di risposta obiettiva confermato del 36,4% nelle pazienti trattate rispetto al 22,9% di gruppo chemioterapia. Per il doppio endpoint primario della sopravvivenza globale, i risultati ad interim hanno favorito numericamente datopotamab deruxtecan rispetto alla chemioterapia, ma non hanno raggiunto la significatività statistica al momento del cut-off dei dati. Lo studio è attualmente in corso per valutare questo parametro.
“In Italia vivono circa 52mila persone con tumore della mammella metastatico – sottolinea De Laurentiis – Nonostante i benefici iniziali della terapia endocrina, la maggior parte delle pazienti con carcinoma mammario metastatico Hr positivo e Her2 low o negativo va incontro a progressione della malattia, che richiede un ulteriore trattamento con la chemioterapia. Nello studio Tropion-Breast01, datopotamab deruxtecan ha ridotto di oltre un terzo il rischio di progressione della malattia o di morte delle pazienti e, nel complesso, ha fatto registrare meno eventi avversi gravi correlati al trattamento rispetto alla chemioterapia standard, mostrando così il suo potenziale nel diventare un nuovo standard di cura in un contesto terapeutico in cui vi è un bisogno clinico insoddisfatto”.
Il trattamento ha dimostrato un profilo di sicurezza favorevole rispetto alla chemioterapia, senza che siano stati identificati nuovi segnali di sicurezza. “Questi risultati statisticamente e clinicamente significativi dello studio Tropion-Breast01 – commenta Ken Takeshita, Md, capo globale, R&S di Daiichi Sankyo – supportano datopotamab deruxtecan come nuovo potenziale standard di trattamento per pazienti con carcinoma mammario avanzato Hr positivo, Her2 Low o negativo, nel setting dopo terapia endocrina. I risultati convalidano ulteriormente l’applicabilità della tecnologia Dxd di Daiichi Sankyo ad altri bersagli, come il Trop2, e non vediamo l’ora di avere la possibilità di offrire il nostro secondo anticorpo farmaco-coniugato a pazienti affetti da tumore al seno”.
Anche per Susan Galbraith, MbbChir, Phd, vice presidente esecutivo R&S in Oncologia di AstraZeneca, i risultati dello studio mostrano che Dato-Dxd “ha il potenziale per migliorare significativamente le aspettative di trattamento per pazienti con carcinoma mammario metastatico Hr positivo, Her2Low o negativo, offrendo un’opzione terapeutica efficace e meglio tollerata dopo la terapia endocrina e una sola linea di chemioterapia. Siamo ansiosi – conclude – di proseguire le discussioni con le autorità regolatorie con l’obiettivo di rendere disponibile il prima possibile questo anticorpo farmaco-coniugato anti-Trop2 ai pazienti candidati a riceverlo”. Le 2 farmaceutiche hanno in corso due studi di fase 3 che valutano datopotamab deruxtecan nel carcinoma mammario triplo negativo (Tnbc).
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