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Tumori, De Laurentiis: “Non c’è un solo cancro ma molte malattie, carta identità va definita subito”

22 Novembre 2025

Milano, 22 nov. (Adnkronos Salute) – “È fondamentale identificare la carta d’identità del tumore fin dalla diagnosi iniziale”. Lo afferma Michelino De Laurentiis, direttore del Dipartimento di Oncologia senologica e toraco-polmonare dell’Istituto nazionale tumori Irccs Fondazione Pascale di Napoli, ricordando che “i tumori della mammella non sono tutti uguali: esistono sottotipi intrinseci con comportamenti diversi e che richiedono strategie terapeutiche completamente differenti”. Per massimizzare le probabilità di guarigione, spiega, “bisogna sapere subito di quale sottotipo si tratta: triplo negativo, Her2-amplificato, tumori luminali o ormonosensibili. Per ciascuno esistono farmaci specifici e percorsi personalizzati che vanno impostati fin dall’inizio”.

La ricerca ha compiuto “passi avanti enormi proprio grazie alla comprensione delle differenze biologiche tra i tumori”, sottolinea De Laurentiis in occasione della presentazione a Milano del docufilm ‘Il bagaglio’, promosso da Msd Italia in collaborazione con Andos, Europa Donna Italia, Fondazione IncontraDonna, Komen Italia e Salute Donna. Oggi, aggiunge, “abbiamo terapie mirate per ciascun sottotipo. Nei tumori triplo negativi, se guardiamo indietro a 5-6 anni fa, avevamo solo a disposizione la ‘vecchia’ chemioterapia, mentre oggi l’armamentario terapeutico è stato rivoluzionato dall’immunoterapia e dagli anticorpi farmaco coniugati. Quando si fa diagnosi quasi sempre è preferibile fare una terapia pre-operatoria piuttosto che ricorrere all’intervento chirurgico per rimuovere il nodulo. È solo questa strategia che garantisce le massime probabilità di guarigione”.

Sul futuro, De Laurentiis parla di uno scenario in rapidissima evoluzione: “Ci sono moltissimi farmaci all’orizzonte. Siamo solo all’inizio della rivoluzione dell’immunoterapia e degli anticorpi coniugati, affiancata da tecnologie come la biopsia liquida che consentiranno una personalizzazione ancora maggiore. È difficile immaginare come tratteremo questi tumori tra 3 o 5 anni, ma sicuramente lo faremo molto meglio e molto più rapidamente”.

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