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Tumori, scoperti i geni del rischio leucemia nei bimbi con sindrome di Down

13 Settembre 2023

Milano, 13 set. (Adnkronos Salute) – Scienziati italiani e internazionali hanno scoperto i geni che influenzano l’esito della leucemia nei bambini con sindrome di Down. In questi bimbi, infatti, il rischio di leucemia linfoblastica acuta (Lla) è molto alto, nonché associato a un’elevata tossicità delle terapie e a un tasso di mortalità preoccupante. Identificare le caratteristiche genetiche che li espongono a questa minaccia è dunque cruciale per aumentare le speranze di cura e sopravvivenza. Lo studio, pubblicato su ‘Hemasphere’, ha coinvolto i ricercatori della Fondazione Tettamanti di Monza, colleghi di Padova e di numerosi centri, anche esteri. Finanziato da ministero della Salute, Fondazione Airc per la ricerca sul cancro e Fondazione Cariparo, il lavoro è parte del programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell’Unione europea (Transcan-2).

Gli autori – spiegano dalla Fondazione Tettamanti – hanno esaminato la presenza e il significato di specifiche caratteristiche genetiche della Lla nei bambini con sindrome di Down, offrendo una panoramica dettagliata del potenziale impatto di queste peculiarità sulla progressione della malattia e sulla risposta ai trattamenti. Una parte dello studio è stata condotta su 70 pazienti curati in Italia, con sindrome di Down (Sd) e Lla (Sd-Lla), tra il 2000 e il 2014. Gli scienziati hanno rilevato che 46 presentavano un profilo genetico noto come Philadelphia-like o Ph-like, caratterizzato principalmente da alterazioni nei geni CRLF2 e IKZF1. Un’altra parte dello studio ha riguardato 134 pazienti con Sd-Lla, curati in Italia e in Germania, il 18% dei quali presentava la caratteristica genetica IKZF1plus. Entrambi questi profili genetici, Ph-like e IKZF1plus, sono associati a una prognosi peggiore. Prognosi risultata ancora più negativa quando una delezione nel gene IKZF1 si verifica insieme a un’altra alterazione, la fusione P2RY8-CRLF2, che è un sottotipo della caratteristica IKZF1plus.

C’è però una buona notizia, rimarcano i ricercatori. Alcuni farmaci sono stati valutati per la loro l’efficacia su cellule ottenute dai pazienti. E in queste analisi è stato osservato che le cellule leucemiche con la caratteristica IKZF1plus sono sensibili a medicinali specifici attivi contro la leucemia Ph-like, come il birinapant e gli inibitori dell’istone deacetilasi, aprendo la strada a ulteriori valutazioni e possibilità.

“Questi risultati – afferma Giovanni Cazzaniga, responsabile dell’unità di ricerca Genetica della leucemia della Fondazione Tettamanti e professore associato di Genetica medica all’università degli Studi di Milano-Bicocca – sottolineano l’importanza di sviluppare strategie terapeutiche mirate per i pazienti con Sd-Lla, in particolare per quelli che non presentano altre caratteristiche ad alto rischio. Inoltre, rappresentano un passo importante verso la comprensione e il trattamento più efficace della leucemia linfoblastica acuta nei bambini con sindrome di Down, con l’obiettivo primario di evitare l’elevata tossicità dei farmaci chemioterapici a oggi utilizzati”.

Lo studio – dettaglia una nota – è stato condotto a Monza da Chiara Palmi ed è frutto principalmente della collaborazione tra i ricercatori della Fondazione Tettamanti e i colleghi del Laboratorio di Oncoematologia pediatrica dell’Azienda ospedale-università di Padova e dell’Istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza di Padova (Silvia Bresolin, Barbara Buldini, Geertruy Te Kronnie). Hanno inoltre partecipato altri prestigiosi centri di ricerca italiani ed europei, quali l’ospedale universitario Motol di Praga, in Repubblica Ceca, e in Germania l’ospedale pediatrico di ematologia e oncologia della Hannover Medical School, il Dipartimento di oncologia pediatrica, ematologia e immunologia clinica dell’università Heinrich-Heine a Düsseldorf, oltre che la Facoltà di Medicina di Düsseldorf, l’università Christian-Albrechts e il Centro medico universitario Schleswig-Holstein a Kiel.

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