Ucraina: medico italiano in Moldavia, ‘ora in fuga anziani malati e senza farmaci’
Roma, 15 mar. (Adnkronos Salute) – “Sono tornato ieri dalla Moldavia e ancora ho in testa il rumore impressionante delle sirene antiaeree, decisamente impressionante sentirle. E noi sapevamo di poter attraversare il confine con l’Ucraina velocemente, mentre le persone in attesa e stremate non possono. Ora sono soprattutto le fasce più povere della popolazione ucraina a fuggire, tanti anziani con tutti i loro averi in una busta di plastica e spesso senza medicine”. A raccontare cosa sta accadendo al confine tra Moldavia e Ucraina è Paolo Narcisi, medico anestesista rianimatore del Cto di Torino, tornato da una missione in Moldavia organizzata dall’ong Rainbow for Africa, che sta cercando di dare assistenza ai profughi ma soprattutto ai medici moldavi “che si trovano in enorme difficoltà ad affrontare il flusso di profughi, 9 mila persone in 44 centri di accoglienza – riferisce Narcisi – famiglie composte da donne e bambini, gruppi di azeri e africani che studiavano in Ucraina”.
“Siamo intervenuti direttamente a Siret, in Romania, ma vicinissimo alla frontiera con l’Ucraina, nel supporto ai profughi portando loro farmaci e aiuti, poi siamo stati all’ospedale Cernivci, sempre al confine tra Moldavia e Romania, per prendere un bambino che doveva essere operato urgentemente per un aneurisma dell’aorta e un nostro team lo assistito durante il viaggio verso l’Italia per essere operato a Milano”, racconta Narcisi.
“Poi in questi giorni di permanenza in Moldavia siamo stati a Palanca a qualche chilometro da Odessa sia a Otaci nel Nord del paese – aggiunge Narcisi – Da lì siamo entrati in Ucraina e abbiamo visitato alcuni bambini che si trovavano nei centri di accoglienza perché non hanno i documenti. Le condizioni sono buone ma hanno i problemi che concernono le fughe in condizioni estreme, hanno patologie da raffreddamento, necessità di controlli per il Covid perché in Ucraina solo il 38% della popolazione è vaccinato. Ma soprattutto ci sono tanti anziani con diabete o malattie cardiache che sono scappati senza medicinali e ora ne hanno bisogno”.
Il medico è già pronto a tornare in Moldavia. “Stiamo organizzando nella capitale un centro di supporto che possa dare assistenza e coordinare gli aiuti ai confini, un punto di riferimento per i medici locali – spiega – che sono molto volenterosi ma, purtroppo, mancano di attrezzature e rifornimenti. Hanno lavorato ma ora sono al limite delle forze. La prossima settimana partirà dall’Italia una colonna di mezzi con una clinica mobile e un bus-ospedale con una piccola sala operatoria e 8 posti letto”.
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