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Ucraina: Oms, ‘200 strutture sanitarie si sono ritrovate su linee conflitto’

7 Marzo 2022

Milano, 7 mar. (Adnkronos Salute) – Con l’escalation del conflitto in Ucraina, l’Organizzazione mondiale della sanità aveva già espresso allarme per le segnalazioni di attacchi a strutture sanitarie in vari punti del Paese. Ora, nel primo ‘situation report’ dell’Agenzia Onu sull’emergenza in Ucraina, si fa il punto sul nodo dell’accesso alla sanità, che diventa sempre più difficile, e sui principali problemi che lo stanno ostacolando. Solo nella prima settimana dall’inizio dell’attacco russo, “al 3 marzo – riferisce l’Oms – sulla base di un contesto in continuo mutamento, più di 200 strutture sanitarie si sono ritrovate lungo linee di conflitto o in aree di controllo che sono cambiate. Ci sono segnalazioni, sia verificate che sotto indagine, di strutture sanitarie danneggiate o distrutte”.

Il ministero della Salute e il Sistema sanitario nazionale del Paese continuano a operare, ma si registrano difficoltà crescenti, viene fatto notare dall’Oms. “Esistono barriere di accesso significative dovute a ostilità attive, legge marziale (coprifuoco), disponibilità di farmaci, accesso alle farmacie e costi legati alla voce medicinali”. E poi, segnala l’agenzia, “danni alle strade, mancanza di trasporti, carenza di carburante e circolazione limitata da posti di blocco militari rendono complicato anche raggiungere gli ospedali”. A questo si aggiungono i problemi di sicurezza nelle strutture, la mancanza di letti e attrezzature specializzate, la disponibilità di pochi alloggi per disabili, la telemedicina limitata, le carenze di personale sanitario. “Molti insediamenti isolati non hanno farmacie o centri medici”, continua l’Oms.

Queste barriere all’accesso sono ulteriormente aggravate da un sistema sanitario già messo a dura prova dalla pandemia di Covid. “Oggi le strutture sanitarie sono concentrate sull’assistenza dei pazienti con traumi e ferite; e ci sono già terribili segnali di allerta riguardo alla disponibilità di posti letto”. Il ministero della Salute ha “sospeso tutti i ricoveri programmati e le procedure in elezione per consentire alle strutture di rispondere al bisogno di cure mediche di emergenza”, prosegue l’Oms nel situation report, informando anche che sono in corso di attivazione dei riferimenti internazionali per i traumi nel frattempo, compreso un ‘Hub umanitario’ regionale in Polonia. I call center Covid vengono riadattati gestire le emergenze sanitarie legate al conflitto.

L’Oms torna infine a segnalare il problema ossigeno in Ucraina (con 3 impianti chiusi e forniture ai minimi), che sta ostacolando il trattamento di pazienti in condizioni critiche, tra cui malati Covid. Altro problema che viene prospettato è quello di una possibile carenza di personale nelle strutture sanitarie per motivazioni varie di sicurezza e spostamento di parte del personale verso paesi limitrofi.

“E’ anche probabile – aggiunge l’agenzia – che l’accessibilità ai servizi sanitari sia gravemente interrotta all’interno delle aree di conflitto attivo”.

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