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Università: specializzandi, ‘programmazione sia chiave per accesso a Medicina’

13 Gennaio 2023

Roma, 13 gen. (Adnkronos Salute) – “Non c’è un pregiudizio all’abolizione del numero chiuso a Medicina. Siamo però contrari all’acceso indiscriminato tout court perché significherebbe far crollare la qualità formativa di un sistema che è già in difficoltà. Se invece il tentativo parte da un’analisi puntuale, con soluzioni alternative, siamo disponibili a valutarlo: se c’è una pianificazione e una strategia ben venga. Il sistema attuale è sicuramente perfettibile ma, in ogni caso, meglio di un’abolizione indiscriminata. La programmazione è la parola chiave”. Commenta così all’Adnkronos Salute Michele Nicoletti, presidente di Federspecializzandi, l’avvio del gruppo di lavoro al Mur, per rivedere i test per l’accesso alla facoltà di Medicina.

“Il gruppo, a quanto ci risulta – sottolinea Nicoletti – non risponderà solo alla questione del numero chiuso ma ha l’obiettivo di fare un’analisi della situazione attuale. Si verificherà quello che da anni si sostiene, ovvero che, negli anni, non c’è stata la programmazione e l’allocazione dei laureati nelle varie scuole di specializzazione è avvenuta con logiche poco chiare e comunque non legate ai fabbisogni di salute della popolazione. La programmazione è stato un elemento assente per anni, e questo non ha permesso di avere in mano la ‘guida’ della sanità, con la formazione degli specialisti necessari a rispondere alla domanda di salute del Paese”.

“L’aspettativa che abbiamo rispetto alla commissione annunciata – continua Nicoletti – è proprio quella di arrivare ad una fotografia puntuale, per conoscere con certezza il fabbisogno di medici specialisti delle diverse branche, oggi e nel prossimo futuro. Programmare solo il numero di ammissione alla facoltà, inoltre, sarebbe miope e si rischierebbe di tornare ad anomalie come l’imbuto formativo, con meno borse di specializzazione rispetto al numero di laureati. Su questo, però, il ministero ha già chiarito, presentando il gruppo di lavoro, che le borse dovranno essere correlate agli ingressi. E questo è un elemento di tutela. L’auspicio, inoltre – conclude – è che la programmazione venga fatta anche per le singole branche e non solo sul numero totale dei medici formati”.

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