Vaccinazioni dei bambini: non solo Covid, mantenere alta la guardia contro la meningite
(Adnkronos)() – Fondamentale in questo periodo di emergenza Covid non abbassare la guardia, proteggere i bambini e completare i cicli vaccinali, in particolare contro le patologie che fanno più paura, come le meningiti. A ribadirlo Milena Lo Giudice, pediatra di libera scelta di Palermo. “Si tratta di malattie infettive che colpiscono l’involucro dell’encefalo e del midollo spinale, per l’appunto le meningi. Possono essere di varia natura: di tipo virale, fungino e batterico. Le più gravi sono sicuramente quest’ultime. Si riconoscono diversi batteri che possono dare origine a questa patologia ma, i più frequentemente interessati, dopo il periodo neonatale, sono il meningococco, lo pneumococco e l’haemophilus influentiae”, spiega Lo Giudice.
Le malattie batteriche sono più gravi rispetto alle malattie virali e si accompagnano a una sintomatologia più acuta. “Il 10%, infatti, esita in morte del paziente – continua l’esperta – mentre il 20-30% dà effetti a distanza, quali sordità, paralisi, ritardo mentale e, nei casi ancora più importanti, amputazioni di arti. Le meningiti sono quindi patologie molto gravi, ad esordio acuto, in cui a un certo punto, improvvisamente, il bambino comincia a stare male, a volte anche nel giro di poche ore. In questi casi, l’uso degli antibiotici specifici e attivi contro questi germi spesso può non essere efficace e non è in grado di impedire l’evoluzione della malattia”. Ecco perché l’unica arma davvero efficace che abbiamo a disposizione per difendere i nostri piccolini dalla meningite è sicuramente la vaccinazione.
Ribadita così l’importanza della prevenzione, su cui concordano i clinici e gli esperti ascoltati nell’ambito di “Pre-Occupiamoci della meningite“, un progetto editoriale di sensibilizzazione a livello nazionale sui rischi legati a questa patologia, ideato e promosso dal Gruppo Adnkronos con il supporto non condizionante di Gsk Italia. “Ci sono diverse vaccinazioni – spiega Lo Giudice – ma quello che bisogna sottolineare è che si tratta in tutti i casi di vaccini sicuri, non solo perché abbondantemente sperimentati, ma soprattutto perché ottenuti da piccolissime proteine dei batteri, capaci di indurre l’immunità e mai in grado di produrre la vera e propria malattia. Ci tengo a specificarlo perché ho constatato nel mio lavoro che i genitori hanno spesso paura che col vaccino venga inoculata la “malattia” in maniera in po’ più attenuata”.
Un altro aspetto fondamentale è quello del rapporto del pediatra con la famiglia e i piccoli pazienti. “Il ruolo del pediatra di famiglia è fondamentale nella scelta delle famiglie per l’esecuzione di qualsiasi vaccinazione. La leva fondamentale è il rapporto di fiducia. Il pediatra è per sua natura lo specialista del bambino e il medico competente nelle vaccinazioni. È normale che la famiglia abbia dei dubbi e voglia informarsi ma è altrettanto giusto rispondere a tutte queste paure con argomentazioni scientifiche e guidare verso scelte giuste, come la vaccinazione contro la meningite. Molte volte le mamme, quando si rivolgono al pediatra perché il bimbo ha la febbre alta, hanno spesso il retropensiero e il timore che si possa trattare di una meningite. Vaccinare il bambino contro queste patologie, oltre a salvare la vita di un figlio, migliorerebbe lo stato d’ansia generale della mamma, dei genitori ma anche di noi pediatri”.
Fondamentale quindi, in questo periodo di emergenza, non abbassare la guardia, proteggere i bambini e completare i cicli vaccinali. “Attualmente, purtroppo, è come se l’unica patologia esistente fosse quella data dal Covid ma non è così – conclude la pediatra -. Uno dei campi in cui si è avvertito maggiormente questo fenomeno è proprio quello attinente alla vaccinazione dei bambini e degli adolescenti. Bisogna invece mantenere alta la guardia nei confronti di tutte le patologie, soprattutto quelle più gravi, come la meningite. Per cui una raccomandazione importante da fare genitori è quella di stare attenti al calendario vaccinale in tutte le regioni”.
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