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Vaccini, con meno di 6 ore di sonno effetto minore, studio

13 Marzo 2023

Milano, 13 mar. (Adnkronos Salute) – Chi dorme non piglia pesci, secondo un noto proverbio, ma potrebbe essere più protetto dal vaccino rispetto a chi fa le ore piccole. La forza della risposta dell’organismo a un’iniezione-scudo sembra essere collegata anche al sonno. E dormire a sufficienza nei giorni prima dell’appuntamento con l’immunizzazione e in quelli successivi all’inoculazione del vaccino può fare la differenza. Parola di scienziati. Una nuova meta-analisi rileva una relazione tra la durata del sonno e la risposta alla vaccinazione. Il lavoro è stato pubblicato su ‘Current Biology’. Quello che è emerso è che dormire meno di 6 ore a notte durante il periodo in cui si fa il vaccino viene associato a una forte diminuzione della risposta anticorpale. La risposta anticorpale indebolita osservata nelle persone con sonno ridotto era così profonda da risultare simile al calo degli anticorpi Covid che si rilevava due mesi dopo la vaccinazione a mRna con Pfizer-BioNTech o Moderna.

La produzione di anticorpi in chi dormiva meno di 6 ore a notte era dunque ritenuta “significativamente inferiore” rispetto a quella di chi dormiva 7 ore o più, se si considera che il deficit era equivalente a due mesi di diminuzione degli anticorpi. “Un buon sonno non solo amplifica, ma può anche prolungare la durata della protezione del vaccino”, afferma l’autrice senior della metanalisi Eve Van Cauter, professore emerito all’Università di Chicago, che insieme all’autrice principale Karine Spiegel, dell’Istituto nazionale francese di salute e medicina, ha pubblicato nel 2002 uno studio cardine sugli effetti del sonno sulla vaccinazione.

Per il nuovo lavoro il team di scienziati ha setacciato la letteratura e combinato e analizzato nuovamente i risultati di 7 studi su vaccinazioni per infezioni virali (influenza ed epatite A e B). Nell’analisi, è stata confrontata la risposta anticorpale di chi dormiva una quantità ‘normale’ di tempo (7-9 ore, secondo la raccomandazione della National Sleep Foundation per gli adulti sani) e quella dei ‘brevi dormitori’, i quali resistevano con gli occhi chiusi meno di 6 ore a notte.

L’effetto è stato confrontato negli uomini rispetto alle donne e negli over 65 rispetto ad adulti di età inferiore. Per quanto riguarda quest’ultimo raffronto, è emerso che l’effetto negativo del poco sonno sui livelli anticorpali era anche maggiore per gli adulti di età compresa tra 18 e 60 anni rispetto alle persone di età superiore ai 65 anni (non a sorpresa, visto che le persone più anziane già tendono a dormire di meno e la differenza si riduce). Quanto ai dati esaminati in base al sesso, le donne in genere hanno una risposta vaccinale più forte rispetto agli uomini. C’era, spiegano i ricercatori, una solida associazione tra la durata del sonno e la risposta anticorpale negli uomini, mentre per le donne il tema va approfondito, perché gli studi non hanno controllato le variazioni dei livelli di ormoni sessuali, che sono noti influenzare la funzione immunitaria.

Sebbene non fossero disponibili dati comparabili sulla vaccinazione Covid, i ricercatori hanno affermato che il loro studio ha evidenziato la necessità di identificare semplici interventi comportamentali, come un sonno sufficiente, che potrebbero migliorare la risposta alla vaccinazione contro il coronavirus Sars-CoV-2 durante la pandemia in corso. Non è ancora noto, precisa Michael Irwin, coautore dello studio, che per l’università Ucla (University of California Los Angeles) è direttore del Cousins ​​Center for Psychoneuroimmunology, “se il trattamento dell’insonnia possa aumentare le risposte alla vaccinazione”. Serve continuare ad approfondire con studi su larga scala, puntualizzano gli esperti, che permettano di determinare quando le persone dovrebbero dormire a sufficienza per promuovere una risposta ottimale al vaccino.

“Il legame tra il sonno e l’efficacia del vaccino potrebbe essere una delle principali preoccupazioni per le persone con orari di lavoro irregolari, in particolare per i turnisti che in genere hanno una durata del sonno ridotta”, conclude Van Cauter. “Questo è qualcosa che le persone dovrebbero considerare di pianificare, per assicurarsi di dormire a sufficienza nella settimana prima e dopo i loro vaccini”.

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