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Vaccini, HappyAgeing: per anziani documento su sistema equo, efficiente sostenibile

2 Luglio 2025

Roma, 2 lug. (Adnkronos Salute) – Un’Italia che invecchia ha bisogno di una prevenzione più forte, efficace e mirata. È il messaggio del Documento di posizione ‘Verso un nuovo modello di prevenzione vaccinale nell’anziano. Proposte operative per un modello fondato su evidenze, sostenibilità e capacità organizzativa’ presentato da HappyAgeing – Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo – da più di 10 anni portavoce degli over 65 in sanità – nel corso dell’Assise nazionale sulla Prevenzione delle malattie infettive nell’anziano presso l’Istituto Enciclopedia Italiana Treccani. La pubblicazione, realizzata a seguito di un confronto con il Cip, Coordinamento interregionale prevenzione e importanti attori direttamente coinvolti nell’organizzazione, gestione e monitoraggio dei programmi vaccinali, propone un nuovo approccio strategico basato su 3 dimensioni fondamentali – scientifica, organizzativa ed economica – per rendere il sistema vaccinale più vicino ai bisogni reali della popolazione over 65.

“Oggi – afferma Michele Conversano, presidente del Comitato tecnico scientifico di HappyAgeing – serve una visione chiara e coerente che permetta agli anziani di vivere più a lungo ma soprattutto in buona salute. La vaccinazione è uno strumento formidabile per prevenire malattie infettive, ridurre il carico di morbosità e mortalità, limitare le ospedalizzazioni e preservare l’autonomia dei soggetti, oltre a consentire al sistema sanitario di allocare in modo più efficiente le proprie risorse. Ma le coperture sono ancora troppo basse e la frammentazione organizzativa crea disuguaglianze inaccettabili. Sotto il profilo scientifico – continua Conversano – il principale limite è rappresentato dal mancato aggiornamento tempestivo del calendario vaccinale del Piano nazionale di prevenzione vaccinale (Pnpv) che non riflette più le attuali evidenze scientifiche né l’evoluzione del panorama epidemiologico. Ne derivano disomogeneità applicative tra Regioni, incertezze operative e un ritardo nell’integrazione delle innovazioni, come i vaccini contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv), nei percorsi di offerta per la popolazione anziana”.

Nel dettaglio – informa una nota – il Documento suggerisce di: aggiornare formalmente il calendario nazionale, rendendo esplicite le nuove indicazioni e garantendo un allineamento tra raccomandazioni e attuazione; avere ogni anno, in tempo utile, la Circolare ministeriale di aggiornamento per la vaccinazione antinfluenzale e per Covid-19, così come l’aggiornamento delle indicazioni vaccinali per l’Herpes zoster e garantire equità tra territori nell’offerta vaccinale. “Ulteriore elemento che va assolutamente preso in considerazione – precisa Conversano – è la promozione di un uso appropriato dei diversi vaccini a disposizione, tenendo conto dell’età, dello stato immunologico e delle condizioni cliniche individuali”.

Il documento evidenza che la dimensione organizzativa si conferma la più fragile: governance frammentata, assenza spesso di una regia centrale stabile, anagrafe vaccinale incompleta e ritardi nell’accesso ai dati ostacolano la pianificazione e il monitoraggio. A queste criticità si aggiungono un uso ancora marginale della chiamata attiva e i limiti nell’interoperabilità dei sistemi informativi e nella gestione dei dati sensibili per finalità di prevenzione.

L’accesso ai vaccini per gli over 65, però, non può dipendere dal luogo in cui si vive. Nel Documento – illustrato all’Assise nazionale sulla Prevenzione delle malattie infettive nell’anziano organizzata con il contributo non condizionante di Csl Seqirus, Gsk GlaxoSmithKline, Moderna, Msd Italia, Pfizer e Sanofi – HappyAgeing avanza come possibili soluzioni: rendere operativa la cabina di regia nazionale per il nuovo Pnpv e le Circolari ministeriali con compiti di indirizzo e monitoraggio; rafforzare l’infrastruttura digitale per una gestione più integrata ed efficiente dell’offerta (anagrafe vaccinale e gestione dei dati); potenziare sul territorio il ruolo dei dipartimenti di Prevenzione come organo centrale nel coordinamento della rete di operatori che ruotano intorno alle vaccinazioni. E ancora: adottare un modello unificato di consenso informato per favorire una scelta responsabile e consapevole da parte del cittadino; ampliare gli attori dell’offerta vaccinale (rafforzare la collaborazione con Medici di medicina generale, specialisti ospedalieri, territoriali e farmacie) e realizzare un adeguato percorso di comunicazione alla popolazione.

“Occorre costruire un’offerta vaccinale durante tutto l’anno – suggerisce Francesca Russo, Coordinatrice del Cip – che preveda la destagionalizzazione delle somministrazioni attraverso la definizione di un Calendario vaccinale che includa anche tutte le vaccinazioni per l’anziano previste dal Pnpv e pianificando quindi le somministrazioni di quelle non stagionali al di fuori del periodo autunnale. Tra gli strumenti più efficaci vi è certamente la chiamata attiva, che deve essere operativa per fascia di età attraverso mezzi tradizionali, come la lettera o la telefonata, oppure mezzi innovativi come gli Sms, le app di messaggistica istantanea e le email. Rispetto al trattamento dei dati sensibili- osserva – è opportuno introdurre una norma chiara che consenta l’uso dei flussi correnti per targettizzare iniziative di prevenzione, con adeguate garanzie per i cittadini”.

Sul piano economico il documento evidenzia una cronica sottovalutazione del valore della vaccinazione come investimento. Le risorse destinate alla prevenzione sono limitate, rigide e spesso assorbite dal mantenimento dell’esistente a scapito dell’innovazione. Mancano strumenti strutturali per valutare il ritorno economico delle strategie vaccinali. Eppure, l’insufficiente copertura vaccinale tra la popolazione adulta e anziana genera un impatto economico significativo: si stima una perdita annua pari a 610 milioni di euro in gettito fiscale, un aumento di costi sociali pari a 3,1 miliardi e fino a 10,8 miliardi di perdite in termini di Pil.

Le proposte operative per un modello fondato su evidenze, sostenibilità e capacità organizzativa prevedono di: aumentare dal 5% al 7% la quota del Fondo sanitario nazionale destinato alla prevenzione, vincolando parte dei fondi alla vaccinazione; alle Regioni si suggerisce, parallelamente, di incrementare la quota dei propri bilanci riservata alla prevenzione vaccinale; affiancare modelli di analisi costo-efficacia e di impatto sul sistema sanitario alle decisioni di programmazione vaccinale; integrare la logica del “ritorno sulla prevenzione” nei bilanci sanitari e nei documenti di programmazione, rendendo visibile il valore generato dai vaccini in termini di salute, benessere e produttività.

In chiusura dell’evento, Carmelo Barbagallo, segretario generale Uil Pensionati, Annamaria Foresi, segretario nazionale Fnp Cisl, e Tania Scacchetti, segretaria generale Spi Cgil, chiedono “alle Istituzioni un impegno concreto nelle politiche per l’invecchiamento attivo e per la non autosufficienza. Occorre attuare finalmente, con adeguati finanziamenti, la Riforma approvata con la Legge 33/2022”. Per le sigle sindacali “l’invecchiamento deve diventare una priorità nazionale non solo in termini di durata della vita, ma di qualità, autonomia, partecipazione e inclusione. Parliamo di diritti che devono essere garantiti a tutte le cittadine e a tutti i cittadini, a prescindere dal territorio in cui vivono, il diritto alla salute è infatti sancito dall’Articolo 32 della nostra Costituzione. Perché ciò avvenga – rimarcano – è necessario superare le disomogeneità nei modelli regionali, rafforzare il coordinamento tra Stato e Regioni e costruire una governance sostenibile capace di tradurre le esigenze delle persone in risposte tangibili, adeguate, eque e durature. Ribadiamo, insieme agli altri partner dell’Alleanza, la necessità di destinare maggiori fondi alla prevenzione, un vero e proprio investimento per il Servizio sanitario nazionale e per l’economia del Paese. Rinnoviamo, inoltre, il nostro impegno – concludono -a diffondere tra le nostre comunità una comunicazione matura, incisiva, concreta sulla prevenzione e promozione della salute”.

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