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Verso proroga scudo penale medici, Cimo ‘accelerare riforma legge Gelli’

13 Febbraio 2024

Milano, 13 feb. (Adnkronos Salute) – Dal decreto Milleproroghe potrebbe arrivare una “proroga dello scudo penale” per i medici a tutto il 2024, salvo colpa grave: “Il primo segnale importante del Governo nei confronti di una professione che necessita di un sostegno non solo economico, ma di sistema”. Lo dichiara il presidente della Federazione Cimo-Fesmed, Guido Quici, evidenziando che “la decisa interlocuzione avviata dal ministro Schillaci con il ministero della Giustizia” potrà “finalmente accelerare i tempi per affrontare una riforma, quella della responsabilità professionale degli operatori sanitari, nell’attesa di conoscere le conclusioni dei lavori prodotti dalla commissione tecnica voluta dal ministro Nordio”. Per Quici si tratta dunque di “una proroga indispensabile, che tuttavia richiede una conclusione rapida dei lavori per rivedere urgentemente la legge Gelli e dare quindi le necessarie certezze al lavoro dei medici e alla tutela giuridica dei pazienti”.

Questo “primo segnale” sulla responsabilità professionale “rientra tra le proposte di sistema che la Federazione Cimo-Fesmed, rappresentativa di Anpo-Ascoti, Cimo, Cimop e Fesmed – ricorda il sindacato in una nota – aveva rilanciato in occasione dello sciopero del 5 dicembre, proposta che ricomprende anche lo sbocco del tetto di spesa per il personale sanitario. Anche in questo caso sembra in dirittura di arrivo la sperimentazione Agenas sul fabbisogno del personale, sperimentazione che tuttavia” per Cimo-Fesmed “necessita di un’attenta analisi dei risultati derivanti dall’algoritmo, anche in virtù della concreta applicazione del Ccnl 19-21. Appare infatti superfluo sottolineare come l’orario di lavoro ed il servizio fuori sede rappresentino elementi imprescindibili nella valutazione del reale fabbisogno di sanitari”.

“Non ultima”, il sindacato invoca “la rivalutazione della indennità di specificità della professione sanitaria, richiesta a gran voce in occasione della legge di Bilancio e non accolta per consentire alle Regioni di accaparrarsi alcune centinaia di milioni di euro utili a ridurre, sulla carta, i tempi di attesa per le prestazioni sanitarie. L’intervento adottato non è strutturale – obietta Cimo-Fesmed – ma solo demagogico, certamente non risolutivo e con evidenti dubbi sul reale utilizzo di un finanziamento che, di fatto, avrebbe assicurato quel riconoscimento economico atteso dai medici e dai sanitari del servizio pubblico. In sintesi, attendiamo che le nostre richieste si concretizzino in atti e la proroga dello scudo penale sembra un buon inizio”.

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