Vitamina D, pubblicate nuove raccomandazioni e linee guida
Roma, 14 ott. (Adnkronos Salute) – E’ di qualche giorno fa la pubblicazione su ‘Nutriens’ delle Raccomandazioni e Linee guida sulla vitamina D, sotto l’egida della Siommms (Società italiana dell’osteoporosi, del metabolismo minerale e delle malattie dello scheletro). “Dovrebbe essere un punto di riferimento per gli specialisti e per la popolazione italiana sull’utilizzo della supplementazione con vitamina D. Gli effetti scheletrici della vitamina D sono indiscutibili”. Così Nazzarena Malavolta, responsabile del programma malattie reumatiche e metaboliche dell’osso dell’Università di Bologna, intervenendo alla XXII edizione del Congresso nazionale Siommms, in corso a Bari fino al 15 ottobre.
Tra i temi trattati durante l’evento, che raduna i massimi esperti nazionali e internazionali sui temi dell’osteoporosi, del metabolismo minerale e delle malattie dello scheletro, c’è anche la vitamina D, il cui deficit contribuisce alla fragilità ossea. “La ricchezza degli studi – spiega Malavolta – ci permette di avere delle sicurezze e soprattutto ci conferma la necessità di correggere le insufficienze di vitamina D nella popolazione dove è carente: l’osteoporotica, la popolazione che deve intraprendere una terapia per il trattamento dell’osteoporosi e tutte quelle condizioni in cui è prevedibile e documentata una insufficienza di vitamina D”.
“Non dimentichiamo – puntualizza la specialista – che la vitamina D è un farmaco, un ormone, e quindi va assunto nei casi di insufficienza e di carenza per ripristinare il patrimonio che dobbiamo possedere per poi intraprendere eventuali terapie anti-riassorbitive per l’osso e neoformative per l’osso, per il trattamento dell’osteoporosi. Tutti gli studi fatti per il trattamento dell’osteoporosi – sottolinea – prevedono assunzione di vitamina D e calcio quando questi sono insufficienti dall’apporto dietetico”. In particolare, “non dobbiamo assemblare la vitamina D ad altri integratori, o perlomeno – precisa Malavolta -dobbiamo conoscere il dosaggio della Vitamina D che si assume. Quest’ultima deve essere adeguata alla carenza e assunta in maniera continuata, così da ricostituire il patrimonio necessario per far sì le terapie che intraprendono siano più efficaci e lavorino meglio”.
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