Aspi, rete compie un secolo: motore di sviluppo del Paese
Roma, 25 gen. (Adnkronos) – La rete autostradale italiana in questo 2024 compie un secolo di vita. Cento anni di continuo sviluppo economico del Paese, di cui l’infrastruttura autostradale è stata innegabilmente motore e fattore abilitante, ricoprendo, allora come oggi, un ruolo strategico e insostituibile per la mobilità delle merci e delle persone. Oggi siamo entrati in una nuova “rivoluzione” della mobilità, una trasformazione che, partendo dalla consapevolezza della strategicità della rete stradale e autostradale per il nostro sistema economico, la renda protagonista della transizione ecologica, adeguata ai bisogni attuali del Paese e sempre più sicura.
Questi i temi al centro dell’incontro che si è svolto oggi pomeriggio a Roma presso il Chiostro del Bramante, a cui hanno partecipato il Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, il Capo Dipartimento Energia del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Federico Boschi, l’Head of Sustainable B2B Coordination- Energy Evolution Eni Maurizio Maugeri, il Direttore del Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano Marco Belloli, il Professore Ordinario Infrastrutture e Sistema di Trasporto Ennio Cascetta e l’Amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Roberto Tomasi.
Il parco auto italiano è rappresentato da circa 40 milioni di veicoli. Oggi circa il 30% degli spostamenti quotidiani di merci e persone avviene in autostrada, che rappresenta soltanto il 3% dell’intera rete stradale nazionale. Numeri che confermano da un lato la strategicità della rete autostradale per il tessuto economico del Paese, dall’altro l’esigenza di una riflessione generale sulla modernizzazione e rigenerazione della rete, per allungarne la vita utile e la sua capacità di resistere allo stress a cui viene sottoposta quotidianamente. Un patrimonio complesso senza eguali nel panorama europeo, fatto di 6.000 km di autostrade a pedaggio gestiti da più concessionari, oltre 1.200 km di ponti e viadotti, 500 km di gallerie, con una vita media tra i 50 e i 70 anni. Una rete soggetta a un costante incremento di traffico, in alcune tratte prossimo al livello di saturazione. Un patrimonio che necessita quindi di un investimento in ammodernamento e potenziamento stimabile tra i 60 e i 120 miliardi.
Solo nel 2019 il settore dei trasporti, in Italia, ha contribuito per circa il 27% delle emissioni totali e di queste, oltre l’80% è attribuibile al solo trasporto stradale; un dato che – visto il target fissato nel programma Fit for 55 dell’Unione Europea per il nostro Paese che impone una riduzione delle emissioni di CO2 del 43% – conferma l’inderogabilità di rendere sostenibile il trasporto su gomma.
Il libro “La Rivoluzione della mobilità sostenibile parte dalle autostrade. Sicure, digitali, decarbonizzate”, edito dal Sole 24 Ore, è realizzato in collaborazione con Politecnico di Milano, Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, Università degli Studi di Napoli Federico II, CNR Stems, Autostrade per l’Italia, Cdp, Enea, Eni, RSE – Ricerca Sistema Energetico e Snam. Un testo che dimostra come tale sfida sia realizzabile solo attraverso la combinazione di più soluzioni che vanno dagli interventi di digitalizzazione, allo sviluppo di vettori energetici alternativi con un approccio di neutralità tecnologica, fino ai non meno rilevanti comportamenti sostenibili da parte di ciascuno di noi.
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